
In Sherlock Holmes e il caso del papiro egizio di David Stuart Davies, Mondadori 2015, Catriona Andrews, venuta per uccidere Holmes, lo accusa di non capire l’amore “Se ne sta qui al caldo nella sua stanza polverosa a lavorare su indizi e ipotesi, senza mai considerare il dolore, l’angoscia, le tragedie di cui sono pervasi i casi su cui sta indagando. Le persone sono solo tessere di un rompicapo, per lei, pezzi su una scacchiera.” (pag.158).A pag.170, nell’articolo George Newnes e Arthur Conan Doyle: un sodalizio di grande interesse di Gabriele Mazzoni veniamo a sapere che “Newnes era un uomo molto metodico: frequentava i suoi collaboratori, con i quali pranzava quasi tutti i giorni o giocava a scacchi nel tempo libero e passeggiava per lo Strand, che amava. Nel 1889 perse uno dei figli, Arthur, di otto anni, che cadde fulminato da una meningite durante una partita a scacchi in casa. L’editore lasciò per molti anni intatti il tavolo e la scacchiera, con i pezzi esattamente come si trovavano al momento della disgrazia”.

In Il gioco è incominciato Holmes! di Patrizia Trinchero in Sherlock Holmes in Italia di A.A. V.V., Mondadori 2016, ad un certo punto sul giornale “Daily Gazette” c’è il seguente annuncio “Mio caro Boswell, le ricordo la nostra partita a scacchi sulla solita panchina del Victoria Embankment alla undici in punto. Faccia la massima attenzione a non portarsi dietro la vecchia zia dal cappotto con il colletto di furetto. Sigerson”. Messaggio cifrato rivolto da Holmes a Watson (pa.88).

In Sherlock Holmes – La soluzione sette per cento di Nicholas Meyer, Mondadori 2017, il dottor Watson parlando di Vienna del 1891 “I caffè di Vienna erano più simili ai club di Londra. Erano il cuore della vita intellettuale e culturale, posti dove si poteva trascorrere piacevolmente un’intera giornata senza assaggiare nemmeno una goccia di caffè. Il Griensteidl aveva tavoli da biliardo, tavolini appartati per i giocatori di scacchi, giornali e libri.” (pag.91).

Sherlock Holmes e il caso del giocatore di scacchi di Enrico Solito, Delos Digital. “Una morte violenta, una torbida vicenda risolta dal grande investigatore. In uno dei momenti più gravi per l'Inghilterra, la guerra boera con i suoi terribili rovesci, uno dei più titolati membri dell'aristocrazia viene assassinato in casa sua. La polizia sospetta la giovane moglie, italiana e dunque avvelenatrice per antonomasia, ma non riesce a trovare le prove. Sherlock Holmes al meglio delle sue capacità affronta uno dei casi più subdoli della sua carriera.”

In Sherlock Holmes sul passo alpino di Roberto Vianello in Sherlock Holmes Indagini fuori Londra di AA.VV., Mondadori 2021, abbiamo il nostro Sherlock e Watson a Davos nelle Alpi svizzere. Una tormenta li costringe, insieme ad altri, a rifugiarsi in una baita. Qui “Tra una partita a scacchi e qualche lettura, il tempo passò in fretta.” (pag.193).

In Sherlock Holmes e gli omicidi del Boia di Dan Andriacco e Kieran McMullen, Mondadori 2016, Sherlock Holmes, che sta indagando sui sopracitati omicidi ma ci sono anche altri a perseguire l’intento. “Tuttavia sorrise. Con tutti quei pezzi sulla scacchiera, non serviva davvero un altro cavallo nella persona di Sherlock Holmes. Sarebbe stato più utile un modesto pedone, qualcuno di così irrilevante da non essere nemmeno percepito, e tuttavia in grado di arrivare alla regina.” (pag.97/98).

In Sherlock Holmes – La casa del male di Gretchen Altabef, Mondadori 2022, brevissimo accenno quando Sherlock rimugina “Non era più un problema di logica quello che dovevo risolvere: chi era il re, chi era il pedone? Come avrei potuto distinguerli senza vederne le mosse? Occorreva un drastico cambio di strategia.” (pag.85)

In Sherlock Holmes – L’uomo che scompare di Philip Purser Hallard, Mondadori 2022, a pag.45 il signor Beech a Speight parlando di Holmes” Perfino dai racconti che di lui fa il suo miglio amico traspaiono la sua arroganza, la sua vanità, e come per lui le vite degli altri siano al più una partita a scacchi, una sciarada da risolvere.” A pag. 57 il signor Anderson a Holmes “Dunque, signore, abbiamo effettuato il controllo delle cinque meno cinque e il maggiore Bradbury ha suggerito che facessimo un gioco, ma con il signor Garforth non si sono messi d’accordo se carte o scacchi.” A pag. 105 Sherlock “Tuttavia non impossibile, Watson. Si ricordi la vicenda del Turco Meccanico, il famoso automa scacchista che si rivelò una truffa. In quel caso, l’armatura che avrebbe dovuto celsare il meccanismo celava invece un abile giocatore che azionava le braccia del manichino. Ora piegare le lenzuola è sicuramente un compito meno impegnativo del giocare una partita di scacchi.”

In Sherlock Holmes – I baroni della birra di Christopher James, Mondadori 2022, a pag. 78/79 assistiamo ad una sorprendente sconfitta di Sherlock – Una partitina a scacchi Watson?- Holmes si affacciò sulla soglia, avvolto nella sua vestaglia, con la pipa in mano. Guardai il mio orologio. Non erano ancora le sette.- Un po’ presto, Holmes, non crede?…Aveva già predisposto la scacchiera e aperto la partita con un gambetto. Non avevo molte speranze di successo. Ero fuori forma soprattutto a causa delle molte ore che avevo dovuto dedicare di recente al mio studio medico. Il resto del tempo l’avevo speso giocando a biliardo nel mio club; la mia sola debolezza, a parte quella inveterata nei riguardi del gentil sesso. Holmes aveva impiegato cinque minuti per fare la sua mossa. – Ha letto quel che afferma lord Curzon sul “Times”?, mormorai per vincere la monotonia. Il mio amico scosse la testa e continuò a fissare, con sguardo simile a quello di un falco, la mia regina…Holmes si decise infine a sferrare il suo attacco. – La sua regina è in pericolo, Watson – mi ammonì con un sorriso, portando alle labbra la tazza con il caffè. – Le suggerisco di fare qualcosa per difenderla. Guardai la scacchiera e fui sul punto di mettermi a ridere. Holmes! – esclamai – è lei che ha totalmente sguarnito la sua difesa! – Presi la regina e la mossi dandogli scacco matto. L’espressione trionfante del mio amico si tramutò di colpo in una di profondo scoramento. Apparentemente, convinto com’era della brillantezza del suo attacco, aveva dimenticato le più elementari cautele.

In Sherlock Holmes – La nazione è in pericolo di John Sutton, Mondadori 2022, a pag.14/15 “-Credo che la partita sia mia- disse Holmes quasi sottovoce. Ignorai il suo commento e guardai la scacchiera. No, la mia regina si ergeva orgogliosa e, come credevo, controllava il gioco. Il mio cavallo era in agguato per contrastare qualsiasi mossa del mio avversario. L’alfiere controllava invece ogni eventuale azione in diagonale di Holmes; inoltre, avevo due pedoni che attendevano di dare impulso a un’eventuale mossa difensiva per evitare uno scacco matto. – Mio caro Holmes- ribattei- l’ho messa nell’angolo. Scacco matto in due mosse.- Holmes alzò lo sguardo, sorrise e bevve un generoso sorso dal suo bicchiere di brandy – Ah, Watson!- disse – Si sofferma sempre troppo sull’attacco e mai sulla difesa. Guardi la scacchiera e rifletta. Facendo affidamento sulla sua regina non ha tenuto d’occhio l’altro mio alfiere e, soprattutto, la torre sull’ala di re. La sua regina, alla quale dà così importanza, le è utile solo qualora non venga catturata. E io ho una mossa in serbo per farlo; dunque, tocca a lei prendere la mia regina per evitare di perdere il pezzo che regge tutto il suo attacco. Una volta catturata la regina, infatti, non mi resterà che muovere la torre per costringerla a una situazione che mi garantirà una rapida e irreversibile vittoria.- Guardai attentamente la scacchiera e riflettei. Diavolo d’un Holmes, aveva ragione! La mia fidata regina, sulla quale avevo riposto ogni fiducia, ora mi sembrava più che mai Anna Bolena nel giorno della sua esecuzione. Sospirai, mi sedetti di nuovo sulla poltroncina e agguantai il bicchiere. – Temo che lei possa avere ragione, Holmes- sospirai. – Sono convinto che non riuscirò mai a batterla in questo gioco.- Sorrise- Si dia tempo, caro amico. Chi può prevedere cosa accadrà?-“

In Sherlock Holmes – La casa del male di Gretchen Altabef, Mondadori 2022, brevissimo accenno quando Sherlock rimugina “Non era più un problema di logica quello che dovevo risolvere: chi era il re, chi era il pedone? Come avrei potuto distinguerli senza vederne le mosse? Occorreva un drastico cambio di strategia.” (pag.85)

Un breve accenno agli scacchi lo troviamo anche in Sherlock Holmes e il mistero dell’uomo meccanico di Antonella Mecenero, Mondadori 2024. Ad un certo punto, parlando di automi creati dall’uomo, Holmes dichiara di averne visto uno a Parigi. Alla domanda dell’ispettore Lestrade se fosse in grado di parlare risponde che poteva emettere suoni modulati ricordando il canto umano. Poi, rivolgendosi alla sua spalla destra “E lei, Watson, che legge Poe, si ricorderà certo del Giocatore di scacchi di Maelzel.” La risposta “Per farla breve un tale Maelzel portava in giro per l’America un automa che aveva l’aspetto di un uomo orientale e che era in grado di giocare a scacchi.” Al che Sherlock ribatte “Nella monografia Poe cerca di dimostrare che l’automa non poteva funzionare senza essere controllato da un vero giocatore di scacchi.” E, in effetti, era così.

Leggendo Sherlock Holmes – Morte allo zar di Richard Krevolin e John Raffensperger, Mondadori 2024, ho trovato anche qui citazioni degli scacchi. Precisamente alle pagine 84/85 siamo di fronte ad una morte sospetta del conte russo Mickhail Ignatov. Chi racconta la storia è Arthur Conan Doyle che in questo caso diventa pure un personaggio. Ecco cosa ci fa sapere “Mentre il dottor Bell si inginocchiava accanto al defunto, io ho girato lo sguardo per la stanza, sontuosamente arredata. Un tavolino da scacchi era davanti al caminetto in marmo, con le ceneri ancora calde…Ho dato un’occhiata alla scacchiera: una partita era stata interrotta. Come mai, allora, una sola sedia era accostata al tavolino, in corrispondenza dei pezzi bianchi? C’era una seconda sedia con cuscino, ma scostata.”
Nella pagina successiva il professor Sečenov sospetta una morte violenta del conte “Pare che avesse ricevuto la visita di un giocatore di scacchi; forse era un agente provocatore che l’ha ucciso.” Ma Holmes, dopo avere decifrato la scena, non è d’accordo “ Caro professore, l’alfiere bianco è in posizione per attaccare il nero in F7 quando il cavallo bianco si sposti in G5. Si tratta della classica apertura Philidor, che qualsiasi principiante può sventare. La seconda sedia, con il cuscino, non era destinata a un giocatore, ma al piede gottoso del conte, il quale stava studiando le mosse per sventare l’attacco ed era solo al momento della morte.” Secondo il suo parere il conte è stato avvelenato lentamente da tempo con la belladonna.
A pag.123 ritroviamo Doyle al Caffè dell’Idiota “Sono arrivato in anticipo e sono rimasto a guardare le barche sul fiume e un paio di tipi malmessi che giocavano a scacchi e bevevano tè.” Più sotto ci fa sapere che i giocatori di scacchi se ne sono andati. A pag.148, sempre il nostro scrittore-personaggio, “Quella sera mi sono goduto il single malt del dottor Bell mentre questi subiva una sonora sconfitta a scacchi da parte del professor Sečenov”. Infine abbiamo una citazione anche in quarta di copertina “A Sherlock Holmes e ai suoi compagni si impone dunque di affrontare un’insidiosa partita a scacchi la cui posta in gioco è il destino dell’Europa”.

In Sherlock Holmes – Il falso segreto di Richard T. Ryan, Mondadori 2024, abbiamo la prima citazione a pag.126 quando Holmes, con l’aiuto dell’antiquaria Marianne Pittorino, organizza un’asta, secondo le sue stesse parole di due pedoni provenienti da un set scozzese noto come Scacchi di Lewis o Ulg. Risalgono al Dodicesimo secolo, ma sono stati scoperti solo nel 1831 sull’isola di Lewis, da cui il nome. Complessivamente sono stati rinvenuti pedoni di quattro diverse serie. Questi esemplari sono stati scolpiti in zanne di tricheco e facevano parte del cosiddetto tesoro di Lewis.
Proprio tali pedoni faranno parte di un piano per consegnare alla giustizia una banda di assassini e di falsari secondo Holmes. Messi ad un’asta mascherata e vinti da Watson nelle citate mentite spoglie di lord Chadwick basta aspettare il sicuro acquirente. L’esca sono i citati pedoni e Watson colui che la lancia.
A pag. 144 il banditore permette agli interessati di esaminarli data la loro piccolezza e nella pagina successiva Watson, dopo esserseli aggiudicati, si toglie la maschera e si mette ad osservarli minuziosamente per attirare l’attenzione dei presenti e farsi riconoscere come lord Chadwick. E, secondo solita brillante previsione di Holmes, poco dopo arriverà qualcuno con una interessante proposta…

Trovata breve citazione in Sherlock Holmes Orrore a Whitechapel, di Frank Emerson, Mondadori 2024, quando Holmes, ripensando a quanto è accaduto, si riferisce ad un personaggio della storia “Sua è stata l’idea di affidarci l’incarico e di utilizzarci come pedine sacrificabili sulla sua scacchiera.” (pag.168).
Anche in Sherlock Holmes – L’uomo che scompare di Philip Purser Hallard, Mondadori 2022.
A pag.45 il signor Beech a Speight parlando di Holmes ”Perfino dai racconti che di lui fa il suo miglior amico traspaiono la sua arroganza, la sua vanità, e come per lui le vite degli altri siano al più una partita a scacchi, una sciarada da risolvere.”

Questa volta troviamo già nel titolo il riferimento al nostro amato giuoco, ovvero Sherlock Holmes – Scacco mortale di Richard T. Ryan, Mondadori 2025.
In effetti i riferimenti al “nobil giuoco” si trovano in molte pagine per cui mi soffermerò sui punti più importanti. Il primo spunto lo troviamo a pag. 97 quando Holmes afferma La partita in cui siamo impegnati è un’altra, e spero di poter rimuovere per primo dalla scacchiera Smith. Una mossa che dovrebbe non solo mettere fine a questa persecuzione, ma anche indebolire Moriarty, privandolo dei servigi di un fidato luogotenente e di una fonte di guadagno.
Due pagine dopo arriva Lestrade con un pacchetto che gli è arrivato in ufficio. Aprendolo con cura Holmes tira fuori un pedone bianco ed un biglietto con scritto En passant. Una espressione usata nel gioco degli scacchi. Probabilmente Smith lo considera un pedone di non grande valore e ha lasciato che restasse in gioco rendendosi conto che toglierlo di mezzo poteva avere conseguenze molto più gravi.
Watson chiede allora che cosa bisogna fare. La risposta di Holmes è semplice. Adotterà una delle tattiche difensive più usate negli scacchi: l’arrocco. Questa mossa sarà da lui spiegata a Watson pag.103 Il re muove a destra o a sinistra, sul lato di re o sul lato di donna, e la torre si sposta nella casella compresa tra quella di partenza e quella di arrivo del re, per proteggerlo da quel fianco.
A pag. 115 troveremo Watson prigioniero di Smith che spiegherà al dottore la sua passione per gli scacchi Non bevo, non fumo, mi astengo dal consumo di droghe e aborro la compagnia delle donne. Viceversa, posso giocare a volte per ore, o giorni interi, perdendo del tutto la nozione del tempo. In effetti Smith è un giocatore esperto che si concentra sulla difesa ma quando i suoi nemici vengono a tiro li attacca senza pietà. Ora ha catturato Watson, uno dei pezzi più preziosi di Holmes, ed è curioso di vedere come risponderà. Ciò detto si sedette davanti a una scacchiera, e io fui riportato nella stanza in fondo al corridoio e lasciato lì da solo con i miei pensieri commenta il dottore.
Dopo che Watson viene liberato riferisce quello che è successo a Holmes, cioè che Smith tiene numerose scacchiere e sembra avere una vera ossessione per gli scacchi. (pag.121). Nella successiva Holmes, riferendosi a Smith Nel gioco degli scacchi che a lui piace tanto, quando il tuo avversario commette un errore, anche minimo, devi essere pronto ad approfittarne. Andando avanti Watson trova Sherlock a parlare con un uomo dai tratti tipicamente asiatici, ovvero Michael Liu, uno dei migliori scacchisti dell’epoca. Dal quale viene a sapere come nelle sue partite applichi principi di strategia codificati nel trattato L’arte della guerra, un antico testo del generale e filosofo cinese Sun Tzu.
Successivamente arriva a Sherlock un biglietto con la parola Zugzwang che spiegherà all’amico dottore. In questo caso Smith pensa di avere ottenuto un decisivo vantaggio su di lui e qualsiasi mossa servirà solamente ad indebolire la sua posizione. Arriva ancora un altro biglietto PEDONE CATTURA REGINA ad indicare la “presa”, ovvero la cattura della signora Hudson. (pag.130). Per ribattere colpo su colpo Holmes a Watson Ora, come lui ha preso la signora Hudson, noi dobbiamo fare lo stesso con lui e credo di sapere come riuscirci. L’ispirazione mi è venuta da uno stratagemma del gioco degli scacchi. (pag.121). Quello che vuole fare, però, mette un po’ in ambascia Lestrade perché fuori dalle regole (133). Due pagine più avanti Holmes e Watson si recano in un negozio per acquistare una scacchiera Staunton che attirerebbe le mire del fanatico Roderick Smith. Holmes è convinto che Con un po’ di fortuna, darò scacco matto a Smith, e questo tormento finirà una volta per tutte.
Avremo in seguito proprio lo scontro Holmes-Smith. In cambio della liberazione della signora Hudson quest’ultimo vuole la famosa scacchiera. Il match si svolge su tre partite. La prima è vinta da Smith, la seconda da Holmes che apre proprio con il gambetto Staunton, mentre nella terza Holmes perde di proposito lasciando di stucco Watson. Come spiegherà più avanti Ho usato la variante del pedone avvelenato. Insomma vincendo la famosa scacchiera Smith si è fregato con le sue stesse mani. Che cosa avrà architettato Holmes?…
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