L’ombra dei vecchi peccati di Enrico Luceri, Mondadori 2025.

Giovedì 20 agosto 2019. Il commissario Buonocore si reca dal signor Sergio Zito, ex funzionario comunale assistente sociale, che un anno prima aveva seguito un fascicolo che potrebbe essere collegato ad una serie di omicidi commessi ultimamente nei giorni scorsi, ovvero ben sei omicidi e un suicidio. Per renderlo edotto su ciò che è successo Buonocore inizia il racconto…

Nel bagno di un bar viene ucciso con un rasoio Graziano Chianello, trentasette anni pregiudicato coinvolto nel giro delle scommesse clandestine, violenza privata, risse e minacce, coniugato e separato da Cinzia D’Orsi. Ucciso dall’unico altro avventore presente in quel momento, “un uomo dall’aspetto dimesso e assente”, capelli scarmigliati, barba e baffi, pupille acquose dietro le lenti degli occhiali. Insomma un tizio che, secondo il barista, faticava ad arrivare alla fine del mese e, osservandolo bene “faceva un gesto che era quasi un’abitudine”, davvero fuori luogo ma al momento non ricorda quale (sarà importante in seguito).

Il morto aveva perso una grossa cifra alle scommesse clandestine ed era in debito con gli allibratori. Allora perché ammazzarlo come pensano i suoi colleghi? Perciò Buonocore crede che il movente sia diverso. Un movente del tutto personale.

Altro omicidio quello di Luigina Arrighi questa volta con un coltello mentre aspetta il suo compagno. Viene accusato Idris, un giovane africano che aveva visto tutta la scena compreso il vero assassino, un tizio con baffi, pizzetto e capelli castani, vestito con ricercatezza, calmo e sicuro. Dunque, sempre per Buonocore, chi uccide cambia aspetto e non teme di essere visto tanto non lo riconosceranno.

Ma non è finita qui. Arrivano altri due morti questa volta strozzati con una corda da bucato appesa sulla terrazza della casa dove è avvenuto l’omicidio, titolari di una impresa che fornisce pubblicità. Poi un altro fatto fuori con un martello e c’è pure un suicidio…

Insomma la faccenda è davvero molto, molto complessa. Ma il nostro Buonocore non si arrende, è tosto e duro, analizza indizi e prove, fa accertamenti, perizie, sopralluoghi, interroga tutti coloro che sono in qualche modo collegati ai crimini. Seguendo, come osserva Zito che lo ascolta, soprattutto la sua “fantasia” rovesciando le tesi poliziesche di una volta “che devono adeguarsi ai fatti e non viceversa”. Ma è proprio questo metodo particolare che lo premia quando arriva il solito aquilone svolazzante davanti ai suoi occhi con l’indizio decisivo.

Ecco, il movente, il legame che unisce le varie vite spezzate potrebbe essere nascosto nel buio della notte di Torre Fierro un anno fa, quando la ciclista Anna Coronato precipitò in acqua dopo avere sfondato il guardrail. Sulla strada c’erano tracce di pneumatici dovuti ad una frenata improvvisa di un auto, un SUV. Ci siamo…

Per I racconti del giallo abbiamo Nei romanzi gialli piove sempre di Alberto Palacios Santos vincitore del premio Tenerife Noir NeRoma 2024.

In prima persona da un detective senza nome che indaga su una famiglia all’apparenza normale: il marito Jaime Medina, la moglie Marta, la figlia diciassettenne Leire. All’apparenza perché Sara, la sorella di Marta, ha denunciato il cognato che abusava di sua nipote. Una indagine incasinata tra bevute di whisky, scotch, Cabernet, vino rosso, gin tonic, caffè e robe simili che farà del detective il personaggio principale della storia. Maneggiata da Sara, scrittrice di gialli alle prime armi. E, dunque, ci potrebbe essere qualche inaspettata sorpresa per il nostro detective senza nome…

Buona lettura.