Quali sono i talenti e le competenze che consentono a Sherlock Holmes di risolvere anche i casi più intricati? E che ruolo ha la scienza nelle indagini pensate da Arthur Conan Doyle per dare vita al suo personaggio più famoso? Queste e altre domande trovano risposta nel saggio La scienza di Sherlock Holmes di Mark Brake pubblicato da Apogeo.

Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e annoverato tra i consulenti della NASA nel campo dell’astrobiologia, Mark Brake è l’ennesimo uomo di scienza che non ha saputo resistere alla tentazione di indagare uno degli aspetti più affascinanti di quella splendida creatura letteraria conosciuta con il nome di Sherlock Holmes. Chi ha letto le opere di Conan Doyle, i numerosi apocrifi o si è appassionato a film e serie televisive, sa bene che l’investigatore di Baker Street non è dotato di misteriosi poteri divinatori e alla soluzione degli intricati casi su cui è chiamato a indagare giunge sempre attraverso analisi approfondite e deduzioni logiche, tutte supportate da dati scientifici inoppugnabili.

Di fatto Sherlock Holmes è stato l’antesignano di quelle che oggi vengono comunemente definite scienze forensi, ovvero la fisica, la chimica e moltissime altre discipline messe a disposizione della lotta contro il crimine. Il saggio di Brake propone l’analisi dettagliata dei metodi adoperati da Sherlock Holmes, partendo dalle conoscenze scientifiche note all’epoca in cui Conan Doyle ha scritto i romanzi e i racconti che compongono il canone, dimostrando così al di là di ogni ragionevole dubbio quanto l’investigatore fosse un uomo di scienza, consapevole che le sue incredibili doti deduttive dovevano essere sempre supportate dallo studio scientifico del crimine.

Brake non si limita a considerare come la chimica o lo studio delle impronte digitali o, ancora, la matematica e la balistica siano state determinanti per la soluzione dei casi narrati dal Dr Watson. L’autore infatti giunge a ricostruire da un punto di vista sociologico il periodo storico in cui le imprese di Holmes sono ambientate, con particolare riferimento a quella Londra che non è solo nebbia e delitti, ma rappresentazione del mondo nuovo nel quale Holmes ha idealmente vissuto.

Quella che Brake costruisce è una sorta di anatomia di Sherlock Holmes, della sua dimensione narrativa e dello stesso Conan Doyle, di cui analizza la personalità e gli intenti, con quel rapporto di amore e odio che ha contraddistinto il legame tra lo scrittore scozzese e la sua creatura. Un testo affascinante, ricco di curiosità e approfondimenti e notevoli spunti di riflessione per chi desidera conoscere le tecniche investigative rappresentate da Doyle e osservare al microscopio i dettagli dei casi più celebri e le soluzioni con le quali Holmes è giunto a scoprire il colpevole.

Da segnalare la presenza di una doppia cronologia: una che tiene conto delle date di pubblicazione dei romanzi e dei racconti del canone e una che invece fa riferimento agli anni in cui si sono svolte le indagini nella finzione letteraria.

Mark Brake: La scienza di Sherlock Holmes, Apogeo, traduzione di Daniela Di Lisio, 159 pagine, brossura, Euro 20,00