Malempin di George Simenon, Adelphi 2024.

Ogni volta che esce un libro di Simenon, anche se già letto, me lo ribecco affascinato dalla sua scrittura. 

In prima persona dal dottor Édouard Malempinche ha comprato un’auto nuova ed è pronto a partire in vacanza con la sua famiglia per il sud della Francia. Ma Bilot, il figlio più piccolo, si ammala anche piuttosto gravemente di difterite e dunque partenza rimandata. Stando vicino lui per curarlo ecco che arrivano i ricordi. Di quando viveva con la famiglia in una fattoria con il padre, la madre, il fratello e la sorella che andrà in collegio dalle suore. Le continue discussioni domenicali ma, soprattutto, il ricordo assillante del padre, morto da venticinque anni altissimo, enorme. Lo vede, lo sente una notte accanto al suo letto che lo fissapensieroso. E in seguito lo rivede infelice, umiliato. Perché?…

Completamente diverso Jaminet, fratello di suo padre, un uomo “fulvo, irsuto, con lunghi baffoni” e “degli occhi stupefacenti che ridevano senza ridere”.  Ricorda la madre che mungeva le mucche mattina e sera mai trasandata e  zia Élise, “guance rosee e profumate” figlia di un oste, amante e poi moglie di zio Tesson, da ex avvocato a uomo d’affari misteriosamente scomparso. Nessuno lo ha più visto!  La polizia indaga e Malempin si trova ad ascoltare certe bugie della mamma ai gendarmi. Perché?…

Viene anche a sapere che lo zio ha prestato dei soldi alla famiglia, è sparito il suo orologio d’oroe lui stesso ha trovato il polsino con il gemello d’oro dello zio durante il percorso per andare a scuola. E se i suoi genitori avessero deciso di sbarazzarsi di lui?…

Ma i pensieri opprimenti sul passato continuano mentre si prende cura del figlio. Soprattutto la triste fine della zia Élise, nuova sposa del signor Reculé che la tratta male e la picchia. La zia impazzisce, la internano, muore in manicomio. Non manca, infine, anche un’indagine su stesso, sul suo modo di essere, di vivere (ha davvero quarantadue anni?), del suo rapporto con la moglie scelta come da un catalogo e la sua famiglia. 

Ora è davanti al suo piccolo Bilot che sta guarendo. Forse passeranno le vacanze estive al Sud…

Questa storia, un ossessivo viaggio mentale tra misteri e zone d’ombra alla ricerca del tempo perduto, mi ha fatto ricordare certi momenti struggenti del mio passato. Soprattutto quelli dell’infanzia nel piccolo paese di Staggia. Ogni volta che esce un libro di Simenon me lo becco anche se già letto e riletto.

Buona lettura o rilettura.