La casa editrice Tabula Fati ha recentemente lanciato la nuova collana La Torre Nera interamente dedicata alla letteratura weird e gialla. A inaugurare il progetto è l’antologia Quattro Misteri per Sherlock Holmes, che raccoglie altrettanti autori italiani che hanno accetato la sfida di offrire la propria interpretazione del personaggio ideato da Sir Arthur Conan Doyle.
Presentato in un bel formato in brossura e accompagnato da una serie di illustrazioni originali che impreziosiscono le pagine, il volume nasce dall’intento di voler rendere omaggio alla creatura di Conan Doyle restando aderenti al canone, ma concedendosi comunque la libertà di spingere Sherlock Holmes e il fido Dottor Watson in avventure piuttosto diverse dal solito, in cui il weird e il sovrannaturale costituiscono un’ottima variazione dai consueti temi del giallo investigativo classico.
Una scelta interessante perché il risultato finale non risulta essere così lontano dalle atmosfere ben note a tutti gli appassionati. Del resto fenomeni inspiegabili come vampiri e creature infernali (vedi Il Vampiro del Sussex e Il Mastino dei Baskerville) hanno comunque avuto un ruolo anche nei racconti del canone. E, proprio com’era consuetudine dell’autore scozzese, anche per questa antologia italiana c’è sempre una spiegazione razionale, anche quando non mancano contaminazioni steampunk e horror.
Il primo racconto, L’avventura di Old Stinker, firmato da Andrea La Rovere, è un tributo al celeberrimo Mastino che qui assume i connotati ancora più inquietanti del licantropo, con la rievocazione dell’Old Stinker, leggenda sovrannaturale nata nello Yorkshire a seguito di alcuni misteriosi avvistamenti risalenti al 1700. Il metodo scientifico adottato da Sherlock Holmes dovrà fare i conti con le inquietanti gesta di una creatura che sembra essere davvero il frutto dell’unione tra un essere umano e un lupo. O forse è solo una mistificazione per celare degli interessi personali?
Angelo Maranzena firma il secondo racconto, Un’avventura nel regno delle Iron Family, ambientato tra le dinastie che controllavano il malaffare nell’Inghilterra vittoriana. In questo caso la contaminazione è con lo steampunk, quel particolare sottogenere del weird in cui il mondo subisce gli influssi di una tecnologia anacronistica interamente basata sul vapore, una risorsa che se messa nelle mani sbagliata può portare a conseguenze nefaste.
Il terzo racconto, L’avventura di Devil’s Cherries di Anna Maria Pierdomenico è invece un giallo dalle atmosfere classiche, nel quale Holmes è chiamato a risolvere il mistero della scomparsa di una giovane donna avvenuto in occasione del tragico disastro ferroviario di Brighton del 1861. Una scelta interessante perché spinge il lettore ad approfondire eventi realmente accaduti, mentre le indagini per scoprire la verità proseguono grazie alle straordinarie deduzioni del Segugio di Baker Street.
Infine Nicola Lombardi con il racconto Sherlock Holmes e la compagna di Moxon pone al centro della narrazione le prodigiose invenzioni di uno scienziato autodidatta capace di dare vita a sorprendenti automi. Sarà proprio uno di questi il principale sospettato di un orribile delitto.
A chiudere l’antologia la riproposizione di uno dei racconti più importanti del canone, Uno scandalo in Boemia, nella nuova traduzione curata da Anna Maria Pierdomenico. Un bel modo per offrire al lettore una delle storie che hanno segnato maggiormente la figura di Sherlock Holmes e le tante trasposizioni televisive e cinematografiche note al grande pubblico.
Grazie a trame originali e stili narrativi personali fedeli alla penna di Conan Doyle, Quattro Misteri per Sherlock Holmes è una raccolta che si inserisce meritevolmente nel filone degli apocrifi più riusciti e che dimostra ancora una volta quanto il talento italiano sia in grado di portare nuova linfa affinché le avventure del più grande consulente investigativo non smettano mai di tenerci compagnia
AAVV: Quattro misteri per Sherlock Holmes, Edizioni Tabula Fati, collana La Torre Nera, 197 pagine, brossura, Euro 15,00
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