Vita eccentrica: Scene di fine secolo – I predoni del gran deserto” (Black Dog, 2024) è un romanzo scritto a due mani da Emilio Salgari e da Fabiola, nom de plume di Vincenzina Ghirardi Fabiani. Questa definizione è insufficiente, perché si tratta in realtà di due romanzi (o racconti lunghi), uno di Fabiola e l’altro di Salgari, che furono pubblicati a puntate, in momenti diversi ma con lo stesso titolo, su “Il Novelliere illustrato” della casa editrice Peirani di Torino.
Il romanzo di Fabiola, a carattere avventuroso e con motivi salgariani, non è però semplicemente un’opera scritta “alla maniera di”, e meno che mai un apocrifo, come dimostra il fatto che viene pubblicato nel 1895, mentre quello di Salgari esce l’anno successivo. In realtà è proprio Salgari a riprendere i personaggi di Fabiola e a scrivere un seguito del suo romanzo. È come se il maestro di una scuola di pittura avesse completato il quadro di un suo allievo.
Il titolo di Fabiola viene mantenuto, ma nel 1911 la casa editrice Urania pubblica il romanzo di Salgari col titolo “I predoni del gran deserto: Un racconto d’avventure”. L’attuale edizione Black Dog, che ha adottato un’impaginazione speculare, riprende dunque entrambi i titoli (ma eliminando il sottotitolo del testo salgariano).
La vicenda narrata da Fabiola prende le mosse da un’alzata d’ingegno dell’americano William Fromster, il quale ha organizzato una lotteria il cui premio… è lui stesso! Chi vince avrà Fromster e metà della sua dote, che ammonterà a 25 milioni di dollari (25.000.000 di biglietti a un dollaro l’uno). Se chi vince è una donna piacevole e disponibile, si potranno pure sposare.
La trovata è degna del titolo, perché sull’eccentricità del personaggio non ci sono dubbi. Prende da qui le mosse la vicenda in cui si troverà coinvolto il protagonista, Ernesto Baldi, che durante una festa prende uno dei biglietti. Un anno e mezzo dopo si presenta un americano alto e allampanato, il signor Fromster. Se Baldi è disposto a tenerselo, ne ricaverà la metà del capitale da lui posseduto e una rendita personale di cinque milioni di lire all’anno. Il contratto tra i due è legato alla capacità di Baldi di tener lontana la noia e la malinconia (lo spleen) cui Fromster è soggetto.
In una situazione del genere, non è difficile immaginare che potrà capitare di tutto, dal momento che, non potendosi annoiare il personaggio, è fuor di dubbio che non si annoierà nemmeno il lettore. Se Fromster è fuori dalle righe, Baldi (che fa da cronista) è l’uomo “comune” al cui confronto l’altro appare ancora più straordinario.
Così, i membri dell’improbabile coppia si trasferiscono in un castello francese, ricevono proposte di matrimonio, viaggiano in bicicletta (anzi, in velocipede) per mezza Europa, incappano in qualche disavventura e fanno i conti con l’umore sempre mutevole di Fromster, il quale a un certo punto si trasferisce a bordo di un aerostato (trovata che ha il sapore di una metafora). Il tutto è raccontato in un delizioso stile retro che corre sul filo di un’ironia sottile, sempre in bilico tra il perbenismo e la dissacrazione, forse con qualche difficoltà per il lettore di allora a scorgere la linea di divisione tra l’uno e l’altra.
La chiusura del romanzo è ambigua, in quanto il finale può essere inteso come conclusivo oppure no, il che probabilmente non è casuale. Fatto sta che Salgari, a un anno di distanza, riprende in mano la storia di Fabiola e la prosegue. Si nota ovviamente un certo cambio di stile, non solo perché si passa dalla prima persona alla terza. Il passaggio da una mano all’altra avviene come per una sorta di staffetta, in cui Salgari prende in consegna Fromster, per condurlo da un’altra parte.
Cercando di mantenere la continuità del personaggio e renderlo subito riconoscibile, Salgari lo fa pensare ad alta voce, e così l’americano si esprime con i verbi all’infinito come se pensasse (chissà perché) nel suo italiano un po’ stentato. Ma questo accade solo all’inizio, poi tutto diventa più naturale. Le avventure di Fromster continuano, e la tempesta che lo ha trascinato via gli offre delle opportunità alle quali egli non avrebbe mai pensato.
Probabilmente colpito dall’ambivalenza mostrata dal personaggio nei confronti delle donne, specie le americane, Salgari decide di metterlo di fronte a una fanciulla dotata di un fascino esotico e dalle caratteristiche molto diverse da quelle cui Fromster è avvezzo, così ch’egli possa restarne incantato. In ambito sentimentale, infatti, le somiglianze attirano, ma le differenze attirano ancora di più.
Se la chiave del romanzo è nel rifiuto della normalità e delle convenzioni sociali da parte del protagonista, la soluzione “antropologica” offerta da Salgari è che convenzioni diverse dalle nostre ci risulteranno anticonvenzionali. Ciò che per noi è insolito sarà normale per qualcun altro, che da parte sua troverà bizzarra la nostra normalità. Essere eccentrici o banali è dunque una questione relativa, ed è su questa nota che si conclude il romanzo a due mani di Fabiola e Salgari.
“Vita eccentrica: Scene di fine secolo – I predoni del gran deserto”
di Emilio Salgari e Vincenzina Ghirardi Fabiani
Collana Argo. A cura di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi
Copertine e illustrazioni interne di Leonardo Cervino
Black Dog Edizioni, 2024, pagine 240, € 15,00
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