La porta di Georges Simenon, Adelphi 2024.

Ogni volta che viene pubblicato un libro di Georges Simenon me lo becco, anche se letto e riletto. E’ più forte di me…

In questo caso abbiamo subito un personaggio particolare come Bernard Foy. Quarantadue anni, spia la vita degli altri, sia quella della strada di rue de Turenne attraverso la finestra (mi viene in mente La finestra sul cortile di Hitchcock), sia quella di casa. Durante la guerra del 1940 una mina gli ha fatto perdere le mani, porta le protasi con le quali riesce a colorare gli abat-jour, soffre di capogiri e vertigini ed è sposato da venti anni con Nelly che lavora presso una ditta. L’aspetta tutti i giorni con ansia febbrile mentre arrivano i ricordi dei loro incontri, del matrimonio, di quando lavorava come meccanico e lei la classica donna di casa. Ora la situazione si è, però, capovolta…

Faticoso e angoscioso uscire dal suo guscio, anche se il medico curante Aubonne dagli occhi bovini gli consiglia di prendersi qualche vacanza. La situazione di tormento geloso peggiora quando la moglie aiuta con piccole commissioni il giovane illustratore Pierre Mazeron, fratello di Gisèle, collega di Nelly, colpito da poliomielite su una sedia a rotelle che si è trasferito proprio al primo piano del suo stesso palazzo.

Ogni tanto qualche breve, piccolo momento di gioia “Era felice, pieno di vita”, contornato da scambi di battute “La amo, signora moglie”, “Anch’io, signor marito”. Con l’età è diventata più bella, più desiderabile. Se ne accorge anche dagli sguardi dei passanti che aumentano il turbamento. Vorrebbe che fosse brutta e addirittura sfigurata,  perché l’avrebbe amata ugualmente senza il tarlo della gelosia. Ha un bisogno irresistibile di lei, della sua persona e, ogni volta che esce di casa, resta solo con i soliti pensieri e il turbamento che precede le vertigini.

Poi c’è la porta, ipnotizzato dalla porta di sotto, dal suo pomolo di maiolica color avorio che lui non aveva mai toccato, ma Nelly più volte. E dietro quella porta Pierre Mazeron verso il quale la sua gelosia “era tanto più lancinante in quanto si trattava di un invalido come lui”. Allora qualcosa di nefasto dovrà, purtroppo, accadere…

Un viaggio, un lungo viaggio tra i mille, inestricabili tormenti di Bernard Foy. Quando esce un libro di Simenon sicuro che me lo becco.

Buona lettura.