Dannati per sempre di Nicola Calathopoulos, Mondadori 2024.

Il racconto mi ha subito colpito soprattutto per la caratteristica figura di Mauro Delgado, critico letterario di Opinion che vive e lavora a Barcellona in una mansarda letteralmente invasa dai libri, parla da solo, soffre di un reflusso gastro-esofageo, scorreggia, bestemmia e ce l’ha con il mondo intero per il suo balordo aspetto fisico. Deve scoprire in tutti i modi chi c’è dietro lo pseudonimo di Ferdinand Celouis, che ha avuto un successo enorme con il suo libro Dannati per sempre colpendo duramente le ragioni del fanatismo, dell’intolleranza religiosa e della pedofilia negli ambienti della chiesa. Il tormento aumenta quando Ferdinand ha ancora successo con un altro sorprendente articolo sul giornale Buenas noticias. Deve trovare a tutti i costi chi si cela dietro a quello stramaledetto pseudonimo! Attraverso gli esami minuziosi della sua scrittura e di altri particolari tentativi riesce a capire che si tratta di un tributo allo scrittore misantropo Louis-Ferdinand Céline. Sembra proprio l’incarnazione di un certo Gonzalo Carbonel…

Ovvero di Gonzalo Carbonel, docente universitario in balia del sonno che lo fa cadere spesso in una specie di letargo. Anch’egli classico misantropo, tutto preso dalla lettura, dallo studio e dalla scrittura, ha fatto della sua casa “una sorta di biblioteca universale”. Aristocratico terriero detesta la massa, l’ignoranza, il fanatismo e la stretta di mano resta per lui addirittura un “residuo atavico disprezzabile”. L’imprenditore Matteo Praz gli propone un affare per trasformare la sua azienda in una piccola città-albergo. Egli vivrà isolato in una torre costruita come il Palazzo dei papi di Avignone diviso su tre piani nei quali svolgere diversi lavori. Affare fatto.

Mauro Delgado ormai l’ha scoperto e seguito. Preso da una fissazione morbosa si sente in continua fibrillazione, gli scrive, gli manda delle lettere per un incontro. Ma non sarà il solo con cui se la dovrà vedere, perché ci sono altri quattro personaggi che, insieme a Gonzalo, formano un vero e proprio team d’intesa. Dunque vita dura per Delgado costretto a viaggiare da una città all’altra per incontrarli e raggiungere il suo scopo. Scoprire chi si nasconde dietro a quello sfacciato pseudonimo. Ci riuscirà?…

Sulla scena torreggiano soprattutto i due principali protagonisti con le loro manie, fissazioni, i loro tic, la rabbia, la disperazione, l’esaltazione, l’abbattimento esposti in maniera ironica e talora macchiettistica a suscitare un sorriso. Il tutto sullo sfondo del mondo giornalistico e della scrittura messi a nudo nei loro aspetti positivi e negativi. Davvero una bella storia con un incredibile finale.

Buona lettura.