Sole di mezzanotte di Jo Nesbø, Mondadori libri su licenza di Einaudi 2024.
Anno 1977. Siamo a Kåsund sull’altopiano del Finnmark, estremo nord della Norvegia ai confini con la Russia. Piatto, monotono, brullo. Nascondiglio ideale per Jon Hansen, che racconta la storia, per sfuggire agli uomini del Pescatore, temuto capo indiscusso della droga di Oslo, a cui ha fatto un brutto scherzo portandosi dietro un bel malloppo di soldi. Avuto da lui il posto di esattore e “liquidatore” per “liquidare”, appunto, chi non pagava il dovuto, al momento della “liquidazione” non ce l’ha fatta proprio a premere il grilletto inventando false uccisioni.
Qui si fa chiamare Ulf e dice di essere un cacciatore. Fa amicizia con Knut, ragazzo di dieci anni, basso, capelli rossi e lentiggini in continuo fermento (vuole giocare anche alle freddure) e con la bella madre vedova Lea dal labbro leporino. Tra i due nasce un bel rapporto, si confidano il loro passato fatto di dolore (Jon ha perso la figlia Anna morta di leucemia) e di sopraffazione (Lea violentata da piccola e costretta a sposare il violentatore).
Ma lì, nella civiltà dei Sami dove è radicato il severo cristianesimo della setta laestadiana, non si sente affatto sicuro anche se è stato accolto benevolmente (avrà anche un incontro di sesso con la sciamana Anna). Da qui la continua inquietudine che lo tormenta fino alla paranoia in un luogo dove non tramonta mai il sole. E a ragione perché qualcuno è venuto a cercarlo e dovrà difendersi…
Ecco davanti a noi la storia di un uomo, colpito dalle violenze commesse in un mondo, dovunque si vada, fatto di violenza, pronto a riscattarsi attraverso l’Amore. Ce la farà?…
Buona lettura.
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