La casa editrice Adelphi ha da poco riproposto in libreria La prigione di Georges Simenon, noir pubblicato per la prima volta nel 1968 e apparso nel nostro Paese l’anno successivo.
Alain Poitaud è un giovane giornalista di successo. Ha moglie – la collega Jacqueline, che lui chiama “micetta” – e un figlio. È proprietario e direttore di un settimanale che vende un milione di copie. Un uomo cinico, superficiale, mondano, donnaiolo incallito.
La sua vita cambia in un attimo quando, una sera, torna nella sua lussuosa casa e trova ad aspettarlo, davanti al portone, un ispettore di polizia. Lo segue al Quai des Orfèvres. Qui, un commissario lo informa che la moglie ha ucciso sua sorella minore Adrienne con un colpo di pistola. L’arma si trovava nel comodino di Alain.
I fatti appaiono chiari. Non altrettanto il movente dell’omicidio. Emerge che Alain è stato a lungo l’amante della cognata, ma la relazione tra loro si è conclusa da almeno un anno. Dunque, cosa ha dettato il gesto della moglie del protagonista? In sede di interrogatorio, Jacqueline si limita ad ammettere di aver commesso il delitto, senza fornire alcuna spiegazione.
Mentre la polizia indaga, Alain inizia a riconsiderare la sua vita, il suo rapporto con la moglie. Constata che la frenetica esistenza che i due hanno condotto fino a quel momento non ha lasciato spazio all’intimità della famiglia. Comprende di non conoscere affatto sua moglie e anche se stesso. Ha sempre desiderato sottrarsi alla vita borghese che i genitori avevano approntato per lui e credeva di esserci riuscito, abbracciando un’esistenza movimentata, avventurosa e mondana. Si convince che probabilmente, a differenza di quanto pensava, lui non è un ribelle, un uomo che non ha bisogno di nulla.
“Quanti mesi, quanti anni ci vogliono perché un bambino diventi un ragazzo, e un ragazzo un uomo? In quale momento si può affermare che abbia avuto luogo questo mutamento? Non esistono, come avviene per gli studi, una solenne proclamazione, una distribuzione di premi, un diploma.” Ad Alain Poitaud, assillato dalle domande sollevate dall’omicidio commesso dalla moglie e dall’immanenza del suo passato e delle sue scelte di vita, bastano poche ore.
L'indagine giunge a svelare un motivo inaspettato per l'omicidio, mettendo in moto conseguenze imprevedibili per il protagonista, fino a giungere ad un finale spiazzante e ricco di colpi di scena.
Il tutto magistralmente evocato dalla “voce” di Georges Simenon. "Era la verità. Un gran lavoraccio. Un lavoro che in genere si fa una volta sola nella vita. Era sceso nel profondo di se stesso. Aveva grattato la superficie, messo a nudo la carne viva fino a sanguinare. Adesso era finita. Non sanguinava più. Ma non potevano pretendere da lui che tornasse ad essere lo stesso uomo."
Titolo: La prigione (La prison, 1968)
Autore: Georges Simenon
Traduttore: Simona Mambrini
Editore: Adelphi – Collana: Biblioteca Adelphi, 754
Pagine: 170
Disponibile dal 30 gennaio 2024
ISBN: 9788845938535
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