Parigi, 1831. La capitale francese è in subbuglio. Le barricate hanno trasformato le strade in campi di battaglia dove gli scontri tra il popolo e i gendarmi si fanno sempre più aspri, preludio forse ad una nuova Rivoluzione. Ma anche in questo clima incandescente il crimine non smette di perseguire il malaffare. La polizia non può certamente stare a guardare e anche i fatti più misteriosi, quelli che sembrano appartenere al mondo dell’occulto devono essere indagati perché il male, qualunque sia la forma che assume, deve essere estirpato.
L’Ufficio degli Affari Occulti è stato creato proprio per questo, sebbene a gestirne le intricate indagini non ci sia che solitario commissario, gravato da un passato terribile che in pochi conoscono. Il suo nome è Valentine Verne, crede ciecamente nell’uso del metodo scientifico per la raccolta delle prove ed è dotato di un intuito che non può che ricordare i grandi investigatori letterari più famosi, primo fra tutti Sherlock Holmes.
Proprio al personaggio creato da Conan Doyle (ma i riferimenti sono anche altri e hanno a che fare con i romanzi storici pubblicati tra ‘800 e ‘900) si è certamente ispirato lo scrittore francese Eric Fouassier per dare vita a quella che si preannuncia come una delle migliori saghe contemporanee capaci di rievocare i fasti e le atmosfere del giallo investigativo classico.
Valentine Verne è un poliziotto integerrimo, dedito allo studio scientifico della scena del crimine e con un altissimo senso della giustizia. Il suo contraltare è una figura misteriose e oscena, il Vicario, dedito ai più sordidi affari e le cui gesta hanno profondamente influenzato la natura stessa di Verne, vittima in giovane età delle odiose angherie della sua nemesi.
Il fantasma del Vicario è il secondo romanzo pubblicato da Neri Pozza di quella che l’autore ha preannunciato come una serie di ampio respiro. Tuttavia la lettura indipendente dal primo capitolo è garantita da una narrazione che spiega opportunamente molti degli antefatti contenuti nell’opera precedente.
In questa nuova avventura Valentine Verne è chiamato ad indagare sul possibile raggiro perpetrato ai danni dell’esponente di una nobile casata parigina, circuito da un sedicente medium, capace a suo dire di mettere in comunicazione i morti e addirittura di riportarli tra i vivi. Lo spiritualismo, poi conosciuto con l’appellativo di spiritismo, aveva preso piede anche nella Francia postrivoluzionaria e lucrare sulla credulità della gente era una pratica piuttosto comune. Coadiuvato da un solerte assistente, Verne proverà a risolvere l’enigma con l’ausilio delle deduzioni logiche e degli esperimenti di chimica di cui è un vero luminare. Tuttavia sullo sfondo l’ombra del Vicario continua a minacciare non solo lui ma chiunque interferisca con i suoi piani o entri nelle bieche mira di cui si è fatto malevolo esponente.
Tra inseguimenti, ragionamenti logici e sorprendenti deduzioni, interrogatori e scontri corpo a corpo, la potenza della penna di Fouassier si manifesta con un ritmo incalzante ed una prosa curata ed elegante, che richiama i grandi autori che lo hanno preceduto ma senza esserne un mero imitatore. Originale nello stile così come nell’ambientazione e nei personaggi, Fouassier merita di entrare nell’elenco di quegli autori di polizieschi di cui difficilmente si potrà fare a meno per continuare a godere della bellezza di un genere che non conosce davvero gli effetti del tempo e delle mode che passano.
Il fantasma del Vicario di Eric Fouassier, 2023, Neri Pozza, 336 pagine, brossura, Collana I Narratori delle Tavole, Euro 19,00 – Traduzione di Maddalena Togliani
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