Colpite al cuore di Carter Dickson, Mondadori 2023.
“Una notte di mezza estate a Cheltenham, nel Gloucestershire, Arthur Fane assassinò una ragazza diciannovenne che si chiamava Polly Allen”. Niente male come inizio per un giallo. Se poi veniamo a sapere che lo zio Hubert e la moglie Vicky sono a conoscenza dell’accaduto, allora la cosa si fa ancor più interessante. Come agiranno? Informeranno la polizia?…
Assolutamente no. Hubert farà il ricattatore dimorando nella stessa casa di Arthur e Vicky tace per una sua storia d’amore che sta nascendo con il militare Frank Sharpless. Il tutto, poi, si complica quando a casa di Arthur (c’è pure Ann Browning, amica di Vicky) viene invitato, insieme a Frank, anche il dottor Rich per un esperimento di ipnosi sulla signora. Egli le ordinerà di sparare a suo marito con una rivoltella scarica e di colpirlo con un pugnale di gomma, dopo averla messa al corrente che il pugnale è innocuo ma la pistola è carica. Secondo l’ipnotizzatore il suo subcosciente le impedirà di sparare con la pistola ma colpirà senz’altro con il pugnale. E così avviene. Solo che qualcuno ha sostituito il pugnale di gomma con uno vero e Arthur cade ucciso “a faccia in giù sul pavimento”…
Un caso davvero particolare dove si conosce l’assassino ma non il colpevole! Ad hoc per sir Henry Merrivale, specialista nella soluzione dei delitti impossibili che si trova proprio a Cheltenham per dettare spavaldamente le sue memorie allo scrittore Philip Courtney. E che si ritroverà coinvolto insieme all’ispettore capo Master…
I presenti al fattaccio sono convinti di una sola verità. Nessuno di loro può essere stato perché si controllavano in semicerchio a vicenda e nessuno si è avvicinato all’arma posta sul tavolino a circa quattro metri. Solo Hubert Fane è uscito per la visita di un allibratore e rientrato dopo pochi secondi del fattaccio. Anche lui ha un alibi di ferro sostenuto dalla testimonianza della cameriera.
La storia diventa ancor più ingarbugliata attraverso un avvelenamento con pompelmo, l’aggressione di uno sconosciuto e altre nuove situazioni a getto continuo che creano inquietudine, tensione e paura.
Al centro della scena si piazza il mastodontico Henry Merrivale il “Vecchio” con il suo faccione apoplettico, l’aria da gufo, i sigari neri pestilenziali, i grugniti, i ruggiti, i gemiti, i fragorosi sospiri alternati a momenti di silenzio sdraiato con aria serafica, o appisolato sotto il sombrero fino a quando cadrà fragorosamente sul pavimento. Personaggio comico e grottesco che strappa sempre un sorriso e nello stesso tempo lascia a bocca aperta per la sua straordinaria intuizione, mentre il povero Masters non ci capisce più niente e finirà, secondo il suo stesso parere, in manicomio.
Ma ora, per favore silenzio, che il fuoriclasse dell’investigazione sta ricostruendo la storia nei minimi dettagli…
Buona lettura
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