Sorelle di Maurizio De Giovanni, Rizzoli 2023.
Non c’è niente da fare. Appena esce un libro dell’autore visto e preso. Non tanto per la struttura del racconto. Avendo letto qualche migliaio di gialli, thriller, noir e compagnia bella capisco quanto sia difficile tirarne fuori una originale. No, l’attrazione fatale deriva soprattutto dalla Parola. Dall’uso che riesce a farne Maurizio De Giovanni. Con quella grazia e quella leggerezza che solo lui, o pochi come lui, sanno esprimere. Anche nelle situazioni più drammatiche. Non fa eccezione la presente storia…
Vediamo. Due i personaggi principali: Sara la Mora e Teresa la Bionda legate fra loro come sorelle ma diversissime nel fisico e nel temperamento. La prima “pigra e pantofolaia”, la seconda “sportiva e frenetica.” Ed ecco che Teresa, mentre sta correndo, viene rapita…
Tutto si aggancia al precedente episodio “Un volo per Sara” dove la nostra Teresa Pandolfi, dirigente dell’Unità intercettazioni 1 dei Servizi, aveva messo un crisi qualche pezzo grosso e ora si cerca di farle chiudere definitivamente la bocca. Prima, però, occorre sapere se ha in mano qualcosa di compromettente (saranno importanti certe audiocassette) che possa costituire una nuova minaccia.
Della scomparsa, però, se ne è accorta Sara quando la “sorella” non ha risposto, come faceva sempre, ad un suo messaggio. Qualcosa di grave deve esserle accaduto e allora via alla sua ricerca con l’aiuto di un gruppetto sgangheratamente assortito: l’ex agente dei Servizi Andrea Catapano, un “vecchio misantropo non vedente” ma che ci “vede” benissimo con gli altri sensi; l’ispettore Davide Pardo (un tic che lo personalizza, si tocca e si succhia i baffi), con il suo Bovaro del Bernese di sessanta chili e settanta centimetri di altezza; la nuora Viola esperta informatica ed eccellente fotografa (anch’essa personalizzata da simpatici tic mentre digita sulla tastiera del computer).
Di mezzo certe forze oscure, certi sinistri poteri, l’agente bulgaro Grigori Brendev, un dottore, un avvocato, il Giardiniere e perfino un cardinale. E poi traffico internazionale di rifiuti tossici, connessione tra politica locale, mafia, industria e c’è qualcuno o più di uno degli organi di sorveglianza dell’Unità coinvolti.
Avremo squarci del passato che si alternano al presente, così come la situazione di Teresa che cerca di capire il motivo del suo rapimento alternata a quella di coloro che fanno di tutto per ritrovarla. In una miscela, in un intrigo di ricordi e sentimenti vari, tra cui giganteggia l’amore perduto e l’amore ritrovato, che si sviluppano e avviluppano fra loro, attraverso anche brevi frasi ripetute martellanti, caratteristiche dell’autore, per approfondire una situazione, un pensiero, una gioia, un dolore, uno stato d’animo. Con il sorriso pronto a stemperare al momento giusto.
Al centro Sara Morozzi, ex agente dell’Unità dei Servizi Segreti, ora nonna imbiancata del piccolo Massimiliano, capace di interpretare il linguaggio non verbale e quello del corpo, a cercare con ogni mezzo, anche attraverso i ricordi, una via di salvezza per la Bionda. Per Teresa Pandolfi. Per la Sorella.
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