Prima che sia troppo tardi di Jane Isaac, Mondadori 2023.
“È successo di nuovo. Prima è toccato a Ellen, il cui cadavere galleggiava impigliato in un canneto sulla riva del fiume Avon, il viso nascosto sotto la matassa di capelli neri e un groviglio di vegetazione palustre. E prima ancora c'era stata Katie, anche lei affiorata dalle acque in una contea vicina. Ora le forze di polizia si concentrano sulla sparizione di una studentessa cinese del college di Stratford-upon-Avon. Dopo un litigio con il suo ragazzo, Min Li è uscita da un pub ed è scomparsa nella notte. Le riprese delle telecamere stradali non aiutano a stabilire dove sia finita; su treni, autobus e taxi nessuna traccia del suo passaggio, nessun ricovero segnalato negli ospedali. Cellulare spento, quindi niente GPS.”
Un bel battesimo per l’ispettore Will Jackman, vita precedente nei Royal Marines, moglie Alice in coma continuo dopo un incidente con l’auto quasi dodici mesi prima, figlia Celia somigliante alla madre ma con gli occhi verde chiaro come il padre fidanzata con Adrian, ed Erik un “labrador di quattro anni color cioccolato”. In cura da uno psicologo dopo l’incidente il nostro nuovo personaggio è contro le scartoffie, la burocrazia, le ambizioni di carriera, interessato solo ad indagare e risolvere i casi che si presentano. Lo vedremo in perfetta armonia con alcuni colleghi e in netto contrasto con certi superiori che guardano solo alla loro carriera come l’ispettore capo Reilly.
Abbiamo poi in prima persona la vicenda raccontata dalla stessa Min che si trova in una specie di pozzo vuoto. Butto giù all’impronta: topi, paura, sgomento, domande su domande su chi possa averla aggredita, ricordi dei genitori, della sua infanzia solitaria (avrebbe voluto un fratello o una sorella), ricordi di Tom, del loro incontro, del fatto che è rimasta incinta e Tom voleva che abortisse, la loro litigata, riflessioni sul suo paese dove non c’è nessuna critica verso il potere, ripercorre gli ultimi istanti, afferrata da qualcuno che le ha coperto il volto con un panno dolciastro. Ma ecco arrivare un altro rapito a farle compagnia…
Infine in terza gli eventi che riguardano proprio l’aggressore senza farci conoscere l’identità. Un tuffo tra i suoi pensieri, la sua infanzia dura, difficile senza affetto, senza amici creati solo dalla propria fantasia.
Dunque, per concludere sinteticamente siamo di fronte ad una vicenda su tre piani che si intrecciano: la ricerca di Jackman e dei suoi colleghi, il racconto di Min Li e quello sul rapitore.
Assisteremo soprattutto ad un impasto vorticoso di sentimenti che riguardano, sia le situazioni poliziesche da risolvere, che i rapporti personali più profondi e delicati di certi personaggi: ricordi, rimpianti, paura, mancanza di affetto, solitudine, malinconia, senso di colpa, rabbia…
Ma la speranza? C’è per la speranza almeno un piccolo spazio? C’è. In fondo, proprio in fondo. Sulla copertina di un quaderno scritto da Celia “Per mamma. Mai disperare.”
Buona lettura.
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