Caminito di Maurizio De Giovanni, Einaudi Stile Libero Big 2022.

Ho conosciuto il commissario Ricciardi nel lontano 2007 attraverso Il senso del dolore dell’ormai noto e apprezzatissimo De Giovanni. Ora me lo ritrovo piuttosto invecchiato, siamo nella primavera del 1939 e dunque sono passati otto anni, in questa sua nuova avventura con la pena di avere perduto la moglie Enrica durante il parto. E con lo stesso segreto inconfessabile, una vera e propria condanna (il Fatto), di sentire l’ultima frase dei morti insieme alla paura di averla trasmessa alla piccola figlia Marta.

All’inizio abbiamo una ragazza di “una bellezza animale” fuggita dall’Italia in Argentina, per paura di essere uccisa e per donarsi al canto. Per cantare, sotto nuovo nome, in un caffè, “Caminito” sulle pene d’amore. Chi sarà?…

Poi arrivano naturalmente i morti: sono due trovati in un giardino, dentro ad un palazzo nel bosco di San Giovanni. Due giovani uccisi mentre fanno all’amore: ovvero Paolo Parodi di ventisette anni che presenta numerose fratture al cranio derivanti da percosse con uno o più corpi contundenti, e una ragazza ignota uccisa con la gola tagliata da un’arma affilatissima.

Davanti ai loro corpi  Ricciardi si concentra per abbandonarsi alla sua dannazione e capisce che la coppia aveva come prossimo obbiettivo il matrimonio. Dalla reazione sconvolta del dottore Bruno Modo si verrà a sapere che il giovanotto costituiva il collegamento tra i prigionieri di Ventotene e le loro famiglie. Dunque  per l’amico brigadiere Raffaele Maione, gli assassini fanno senz’altro parte di una squadraccia fascista! E proprio lui sarà lo stimolo, il pungolo della coscienza di un Ricciardi piuttosto intimorito dalla rivelazione “Sono quelli come te che si porteranno addosso la colpa di tutto, perché se n’erano accorti e si sono voltati dall’altra parte senza fare niente.” Insistendo sulla gara a chi fa peggio tra “la belva italiana e il suo compare tedesco”, sulla fame della gente, sullo sporco del folle impero, sulla guerra contro il mondo.

L’indagine, già difficile per se stessa, è complicata da problemi personali. Ricciardi ha paura di avere trasmesso alla piccola Marta il suo terribile segreto, mentre Maione deve vedersela con un riccone che vuole portargli via la figlia adottata Benedetta “orfana di un efferato delitto”. Ma il Nostro, pur con le dovute cautele e l’aiuto del superiore Achille Pivani, tormentato per avere perso il suo compagno di vita Ettore, andrà fino in fondo seguendo, magari, altre piste…

Oltre all’aspetto particolare del momento, il Fascismo, evidenziato nelle sue diverse, sciagurate caratteristiche e agli aspetti familiari della vita di ogni giorno comprese certe brutali tradizioni, l’altro protagonista principale del libro è il Sentimento nei suoi molteplici risvolti. In risalto malinconia, rabbia, odio, dolore, talvolta leniti da un lieve sorriso, ma soprattutto l’amicizia e l’amore di tutti i tipi: fra uomo e donna, uomo e uomo, genitori e figli naturali o adottivi, nonni e nipoti. Nei racconti di Maurizio De Giovanni non manca, non può mai mancare l’Amore.

P.S.

Di sicuro avremo un seguito che vedrà l’evolversi del personaggio della dolce e sensibile piccola Marta.