Sherlock Holmes-Partita a quattro di Paul D. Gilbert, Mondadori 2022.
Dopo il drammatico ritorno dall’Egitto e da Roma, spiegato efficacemente dal dottor Watson nel “Prologo”, ci vorrebbe un po’ di pace per i nostri eroi. Niente da fare. Si parte con John Vincent Harden, fino a poco tempo fa “a capo della più importante industria di tabacco del paese” che, in una mattina di ottobre del 1896, arriva al 221B di Baker Street per chiedere aiuto a Sherlock Holmes. In breve si tratta di oggetti che spariscono e riappaiono, e di una attenzione “indesiderabile quanto inquietante da parte di sconosciuti” durante il suo percorso nella ferrovia sotterranea, fino a diventare aggressivi anche a livello fisico. C’è qualcosa, però, di poco chiaro nel suo racconto…
La seconda richiesta arriva da un ometto basso, esile e nervoso, il signor Denbigh Grey, traduttore che tira avanti stentatamente. Ha ricevuto una lettera con la quale si richiede di tradurre da un originale greco una trascrizione delle campagne di guerra condotte da Alessandro il Grande sotto lauto, lautissimo compenso. Il tutto, però, deve rimanere in maniera confidenziale, altrimenti, detto da un interlocutore inquietante, “ci sarebbero state conseguenze spiacevoli.” Dalla descrizione fornita il tizio minaccioso sembra essere proprio Theodore Daxer, la spietata spia austriaca antica avversaria di Sherlock e Watson! Nel testo ci sono, poi, delle incongruenze davvero vistose. Perché? A che scopo?…
Il terzo caso viene esposto dall’amico ispettore Bradstreet. Il British Museum ha comprato i diritti per l’esposizione del “mandolino veneziano” in oro zecchino. Trasferito all’interno di una stanza sicura nei sotterranei del museo, senza finestre e con la porta blindata, è comunque sparito! Per Holmes ci vuole l’aiuto di un certo Henachem Goldman, profondo conoscitore della “parte sommersa” relativa al mercato dei preziosi…
Il plot è complesso, molto complesso. Riporto solo qualche altro esempio. Intanto Watson stesso assiste, durante la recita di “La tragedia di Scozia”, al tentativo di uccidere la giovane attrice Sophie Sinclair che aveva avuto un rapporto ravvicinato con John Vincent Harden, rischiando pure la sua vita. Poi viene trovato morto con la gola squarciata da un orecchio all’altro nella stanza del suo club il giornalista scandalistico Langdale Pike in rapporti con Holmes.
Tutto quanto sembra opera di una oscura organizzazione, di una estesa rete di complici membri dell’”Empia Trinità”, per cui è necessario riunire le forze per fronteggiare il pericolo, ovvero un accordo tra Sherlock, Watson e gli ispettori Lestrade e Bradstreet.
Aggiungo soltanto che sembra essere ritornato addirittura Lo Squartatore! E poi scontri, feriti e morti, la sparizione di Mycroft e quella di Holmes. Dove sarà andato? Ed ecco che Watson si mette sulle sue tracce. Lo troverà?…
Insomma ancora una volta i nostri eroi, con le loro inimitabili caratteristiche (Watson si innamora pure…) in una complessa vicenda che avrà un seguito.
Per saperne di più sull’autore e sugli apocrifi sherlockiani basta leggere “Quando la soluzione del caso non è quella prevista” del nostro Luigi Pachì in “Sotto la lente di Sherlock.”
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