I volti del mistero di Annamaria Fassio, Mondadori 2021.
Già l’”Introduzione semiseria dell’autrice” spinge alla lettura e alla conoscenza di una donna dai mille interessi, mirati soprattutto ai libri di “paura”, al cinema e alla musica. Un simpatico excursus della sua vita. Di una donna del Toro che non demorde. E anche il sottoscritto è del Toro.
O vediamo che cosa ci offre.
La via Emilia
Una moglie frigida e un marito che se la spassa “con tutte quelle che gli capita a tiro.” Gli manca solo la Bambi con “due tette grosse come un melone e un culo a mandolino.” Basta farsi dare il suo numero di cellulare da un amico e anche questa verrà aggiunta alla lista. Ecco che arriva il momento. Sarà una bella sorpresa…
Mammina cara
Simone, ragazzo vent’enne disabile grave su una sedia a rotelle e Anna, la sua “mammina cara”. Che non ce la fa più a sopportare i problemi del figlio. Meglio andar via, meglio sparire. Lo troveranno e porteranno in un istituto. Ma la mamma è sempre la mamma. Meglio ritornare indietro…
Andamento lento
Violenza sessuale e giochi erotici perversi tra il trentenne Giancarlo e la ragazzina Marisa. Ora sposata con Tommaso ma con la mente rivolta spesso a quei momenti e alla canzone Andamento lento di Tullio De Piscopo che andava di moda. Ad un certo punto Giancarlo sparisce e sparisce pure la ragazzina Titti. Marisa sa che qualcosa di brutto potrebbe esserle successo…
Qui ho fatto un po’ il conto delle storie che sono ben quindici. Meglio, allora, smettere di prendere appunti che non si finirebbe più e offrire un giudizio complessivo. Che risulta positivo, positivissimo. Un miscuglio di fatti, personaggi e sentimenti davvero impressionante. Fatti inventati e fatti veri come la morte di Carlo Giuliani nell’assalto alla Diaz vista attraverso gli occhi di Hanna, una ragazzina venuta da Amburgo. Oppure il crollo del ponte Morandi di Genova ben collegato ad una lotta di un popolo della Patagonia. Personaggi di ogni tipo con le loro rimarcate caratteristiche a delineare un quadro variegato di individualità. E poi lo spazio e il tempo. I luoghi diversi in cui si compie la storia ambientati in un determinato lasso temporale. Per esempio a Berlino e a Genova nell’anno dello sbarco sulla luna dove si assiste ad un ben costruito racconto di spionaggio e doppiogiochisti. Sentimenti individuali: amore, passione, odio, gelosia, crudeltà, vendetta, disperazione, sfruttamento ignobile degli altri, specie se stranieri, e via di questo passo insieme a tragedie più globali come il terrorismo.
Infine la seconda parte dedicata interamente alle indagini del commissario capo Erica Franzoni e i suoi compagni di lavoro. Ora presa tra questioni e delitti mafiosi, ora da un omicidio in una scuola dove sembra facile individuare l’assassino, ovvero uno studente che tiene in mano l’arma nefasta. Ora coinvolta nell’uccisione di una ex tossica da lei conosciuta e salvata, sbattuta per strada da una Mercedes. Ex tossica e vagabonda ma con ventimila euro a disposizione. Strano…
Insomma racconti dove si intrecciano momenti di dubbio e di brivido, pathos, horror di moderni cannibali, il passato che si insinua brividoso nel presente. Ed Erica al centro mentre si attorciglia un ricciolo o manda qualcuno a quel paese, le sue intuizioni, i momenti teneri e caldi con Maffina, la difficile amicizia con Ida che si troverà coinvolta in un omicidio, la sua Gatta di nome e di fatto che l’aiuterà a risolvere un problema funesto e, infine, alle prese con un caso sul famoso Orient Express nella classica cabina chiusa dall’interno.
Una gradevole lettura.
Per La storia del premio Tedeschi di Vincenzo Vizzini degli anni 2007/2009 abbiamo Gianluca Durante con Altravita, Enrico Luceri con Il mio volto è uno specchio e Roberto Riccardi con Legame di sangue.
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