L’identità perduta di Virginia Perdue, Cornell Woolrich e Edgar Wallace, Mondadori 2021.
Basta leggere la bella Introduzione di Mauro Boncompagni per renderci conto che siamo di fronte a due romanzi ed un racconto assai fascinosi e ricchi di brivido. Perché qui agiscono personaggi colpiti da amnesie e incubi impressionanti.
L’ombra inafferrabile di Virginia Perdue
Colpi di pistola, rombi di motori, una sirena che urla, un’ombra che passa accanto, la rincorsa e la fuga dell’uomo con la pistola. Un sogno, un incubo ricorrente del signor Nicholas Matheny, ricoverato in un ospedale psichiatrico per una operazione alla testa. Chi è lui? Che cosa gli è accaduto? Perché si trova lì? Questo è solo l’inizio di una storia che vede il nostro personaggio principale dibattersi in mille dubbi angosciosi negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Tutto teso alla ricerca della parte mancante di una formula della nicolina che potrebbe cambiare il mondo.
Riesce addirittura a fuggire dall’ospedale e si troverà invischiato in continue situazioni drammatiche complicate dai rapporti già complicati che intercorrono nella propria famiglia. Non ci si può fidare di nessuno. E poi ancora fughe, spari, la trama oscura che pian piano prende forma. Come dal risveglio di un lungo sonno. Ma il finale serba ancora una bella sorpresa…
Incubo di Cornell Woolrich
Un sogno. Un brutto sogno. Un incubo di Vincent Hardy durante il quale uccide un uomo in una stanza ottagonale rivestita di specchi. Al risveglio in una camera d’albergo si trova il polso graffiato, lividi sul collo, un bottone in mano e una chiave insolita, oltre a quella già in suo possesso, una chiave bizzarra di metallo giallastro non più in uso. Qualcosa di grave deve essere accaduto. C’è bisogno di parlare con Cliff, poliziotto e marito della sua sorella, per cercare di scoprire la verità. E trovare quella maledetta stanza, magari attraverso una inserzione sul giornale. E se si scoprisse che il morto c’è stato davvero? Allora è lui o non è lui l’assassino?…Allucinante.
Le strane amnesie di Larry Loman di Edgar Wallace
Sarà sempre responsabile delle sue azioni “ma non sarà sempre in grado di ricordare tutto quello che fa”. Praticamente un vuoto di memoria che potrebbe durare diverse ore. Questa è la diagnosi del professor George Grayborn sul giovane detective Larry Loman tutto preso a scoprire la banda del Trust del Crimine che imperversa nella città. Ha avuto un vuoto di memoria proprio quando era sul punto di fare una scoperta sensazionale. Beh, con questo handicap non sarà facile per lui sgominare la suddetta banda che stampa banconote false e ora ha rapito l’erede di lord Frethermore. Quei vuoti di memoria saranno terribilmente fastidiosi ma chissà che, sfruttando proprio questo suo problema al momento giusto…
Ancora una volta una scelta bene azzeccata di Mauro Boncompagni che ci offre a mani spiegate brivido, angoscia, tensione, spaesamento, suspense attraverso flashback ingegnosi e ritorni alle atmosfere opprimenti in cui si dibatte il personaggio principale con contorno di altri personaggi che suscitano sospetto, di mire perverse, amori contrastati e tradimento. E poi un altro aspetto importante, importantissimo da sottolineare è che… ecco… dunque… scusate… ho un vuoto di memoria.
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