Trentatreesimo appuntamento con il ciclo di antologie di “Segretissimo Special” (Mondadori) che presentano, in ordine cronologico, tutte le avventure di Chance Renard, il Professionista, nato dalla penna di Stephen Gunn (Stefano Di Marino).

La trama

Avventura, azione, spionaggio, esotismo ed erotismo. Chance Renard, il Professionista. Agente di ventura, impegnato in ogni angolo del mondo in missioni impossibili contro nemici sempre più feroci, sempre più letali. Al suo fianco donne troppo belle e troppo pericolose. E una sola regola: nessuna regola. Tornano tutte le avventure del Professionista, a partire dalle origini e con romanzi inediti scritti appositamente per colmare le lacune nella storia di una vera leggenda di Segretissimo.

Campi di morte

Chance Renard è in volo sopra la Nigeria. L’obiettivo della missione è un complesso in mezzo al deserto dove lo aspettano orrori al di là dell’immaginabile. Ci vuole una certa dose di fegato per paracadutarsi in una zona di guerra contesa fra gruppi islamici combattenti, eserciti di bambini soldato, contractor occidentali armati fino ai denti. Al Professionista il fegato non manca, ma per fortuna ha al suo fianco amici di vecchia data. Gente come Antonia Lake che può fare la differenza, quando la destinazione è l’inferno.

Fiesta di piombo

San Pedro, un’isoletta nei Caraibi. Per Chance, chiamato dalla sua amica China O’Brian, si prospetta un incarico di tutto riposo: proteggere la nuora di un “don” minacciato da fanatici della Santeria. Ma da subito la situazione si dimostra più complessa. Un ufficiale del Control Politico che non gradisce ingerenze, un sicario venuto dall’Europa, una spogliarellista e un uomo d’affari che forse non sono quello che sembrano. A complicare le cose, salta fuori un vecchio amore. Insomma, un sacco di guai.

L'incipit de "Campi di morte"

La città affrontava i venti del Grande Deserto da mille e mille anni.

Stava là, come inchiodata al terreno dai tempi degli spiriti yoruba, padroni dell'Aria, del Fuoco, dell'Acqua e Signori delle Locuste. Ricordava lo scheletro di un essere gigantesco senza nome. Un animale antidiluviano che aveva camminato nella savana evocando con il tonfo dei suoi passi antiche maledizioni e terrori mai sopiti. Quando aveva cacciato tra l'erba alta, bruciata dal sole, l'Uomo ancora non esisteva.

Gli esseri fuggiti di fronte alle sue zanne erano scomparsi da secoli. Divorati, estinti. Le sue vittime erano morte urlando.

Poi anche la creatura mostruosa aveva incontrato il Destino secondo la Legge. Gli spiriti yoruba non sopportano che qualcuno cavalchi nei loro territori a lungo, minacciando il loro Potere.

Mentre rosicchiava la carcassa di una preda tra l'erba alta, le fauci sporche di came a brandelli, viscere e sangue, il mostro aveva raccolto un fungo che gli era strisciato su per le narici. Era cresciuto dentro il suo cervello divorando una cellula dopo l'altra, inesorabile.

Sotto il sole rovente il gigante aveva cominciato a barcollare, la mente intorpidita, offuscata dal dolore e dal timore di quel nemico invisibile che lo consumava dall'interno. I suoi passi erano diventati pesanti, incerti. Era scivolato in un anfratto del terreno spezzandosi una zampa. E così era rimasto esposto al vento, alla sabbia, al gelo notturno e alla calura del giorno. Senza potersi dissetare né cibarsi.

Era morto nel dolore.

L'incipit di "Fiesta di piombo"

San Pedro, tra Repubblica Dominicana e Isole Turks e Caicos

Attraverso il finestrino il mare sembrava infinito.

Il rollio dell'aereo aiutava ad alimentare l'illusione di trovarsi in un interminabile nulla che dilagava sino a un orizzonte lontanissimo. Il cielo era terso, il sole splendeva in quell'azzurra immensità chiazzata appena da rari batuffoli di nubi candide.

— Gradisce qualcosa, signore? — domandò la hostess con voce mielosa. La scollatura nell'uniforme blu e bianca mostrava un delizioso seno color caffellatte cui si abbinavano occhi da cerbiatta e labbra rosse e lucide come petali di un fiore tropicale.

Chance Renard sollevò lo sguardo dalla guida turistica acquistata alla partenza dall'aeroporto Louis Armstrong di New Orleans sulla quale aveva cercato di farsi un'idea della sua destinazione. Fissò per un istante gli occhi della hostess leggendovi una divertita provocazione, poi sorrise.

— Sarei tentato di rispondere immediatamente di sì, ma non so se potrebbe accontentarmi.

L'autore

Stephen Gunn è lo pseudonimo di Stefano Di Marino, uno dei più prolifici scrittori di spionaggio e avventura italiani degli ultimi decenni. Nato nel 1961, ha viaggiato in Oriente e ancora vi trascorre parte del suo tempo. Oltre alla scrittura si interessa di arti marziali, pugilato, fotografia e cinema, soprattutto quello orientale al quale ha dedicato numerosi saggi. Ha esordito con il suo vero nome pubblicando Per il sangue versatoSopravvivere alla notteLacrime di Drago (Mondadori). Ha usato per la prima volta lo pseudonimo Stephen Gunn per firmare i romanzi Pista cieca e L’ombra del corvo (Sperling). Poi, venti anni fa, è nata la serie dedicata a Chance Renard, il Professionista. Scrive per siti e riviste di settore. Su Wikipedia, Stefano Di Marino e il Professionista hanno due voci distinte con bibliografia aggiornata e commentata del personaggio. Per saperne di più sull’autore, sul Professionista e sul suo mondo, cercatelo su Facebook, la fan page di Chance Renard-Il Professionista ed ecco il blog.

Info

Il Professionista Story 33 di Stephen Gunn (Segretissimo Special n. 33), 384 pagine, € 7,90