Com'è noto da giorni è giunta su Netflix la serie Gli Irregolari di Baker Street
(The Irregulars). Si tratta della prima stagione da otto puntate prodotta in Inghilterra e ideata da Tom Bidwell. L'idea di base sfrutta i "famosi" Irregolari ideati da sir Arthur Conan Doyle, chiamati appunto Baker Street Irregulars, che di tanto in tanto vengono utilizzati nel canone da Sherlock Holmes per effettuare delle ricerche sul campo.
La serie tv si spinge molto oltre ciò che viene riconosciuto canonicamente dai lettori di Doyle in quanto propone una Londra vittoriana minacciata da demoni e personaggi sovrannaturali e da un varco pericolosissimo.
Strutturata in stile procedural, propone un nuovo “caso” ad ogni puntata da circa 50 minuti l'una.
Effetti speciali in abbondanza e ben fatti, ma per il resto grandi incongruenze col canone, con la vita sociale dell'epoca, e personaggi antitetici all'opera originale.
Tra tutti spicca un Watson irriconoscibile per fisicità e comportamento agli antipodi dell'ufficiale vittoriano coloniale fin de siècle, un ispettore Lestade (che muore nell'episodio in cui compare)… Ah, di Wiggings neppure l'ombra.
Tuttavia questa serie sta riscuotendo grande successo tra il pubblico generico e ha già raggiunto quasi trenta milioni di spettatori.
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