La morte di Belle di Georges Simenon, Adelphi 2020.
“Il corpo era steso al centro della camera sul tappeto verde, con gli occhi aperti e la bocca spalancata, e sotto l’abito di lana azzurra, sollevato fino a metà del ventre, si potevano vedere il bustino e le giarrettiere nere con le calze ancora agganciate. Più in là, per terra, appallottolate come un fazzoletto, le mutandine color rosa pallido.”
Trattasi di Belle Sherman ospite nella casa di Spencer Ashby, professore di storia alla Creswiew, sposato con Christine membro della comunità dei puritani del Connecticut. Due personalità in netto contrasto essendo il primo un pantofolaio piuttosto chiuso in se stesso, mentre la moglie è aperta alla vita sociale e a mantenere buoni rapporti con tutti. Ed è stato proprio Spencer, impegnato a lavorare con il tornio, l’ultimo a vedere Belle viva. Ecco, allora, che arrivano i guai…
Anche perché Belle è una ragazza coi fiocchi dalla vita sentimentale piuttosto movimentata. Possibile che il nostro professore non abbia sentito nulla? Possibile che non si sia accorto di niente? Possibile che non abbia avuto qualche mira sulla ragazza? Domande, dubbi, tormenti che scavano nella sua psiche e che riportano a galla un passato doloroso: un matrimonio non proprio convincente “Nessuno dei due avrebbe potuto dire che cosa li avesse convinti al grande passo”; il ricordo di un lontano “osceno turbamento” ma, soprattutto, il tremendo suicidio del padre donnaiolo. Si sente accusato e accerchiato dalla polizia e da tutti, perfino dalla moglie anche se non lo dice apertamente. Il sospetto incombe minaccioso su di lui. Viene esonerato dalla scuola, in chiesa è fissato dal pastore mentre martella “La morte de’ peccatori è orribile”, un cugino lo apostrofa al bar perché si fa vedere in giro e una M maiuscola compare all’improvviso dipinta sulla facciata della casa, ad indicare che lì c’è Murderer, un assassino. Arrivano gli incubi. E’ stanco, svuotato, rassegnato. Ma chi è l’assassino?…
Una discesa angosciosa nella psiche umana.
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