La casa editrice Le Assassine ci porta alla scoperta di scrittrici che, a vario titolo, sono state pioniere della letteratura gialla con la collana Vintage. Alcune autrici sono ormai cadute nell’oblio, altre sono tuttora lette o hanno premi dati in loro onore.
La nostra attenzione questa volta va a Carolyn Wells e alla sua opera Il tagliacarte veneziano, che vede al centro delle vicende Madeleine Van Norman, una giovane e bella ereditiera, molto corteggiata, in procinto di sposare Schuyler Carleton, un uomo riservato e introverso di cui è fortemente innamorata. Alla vigilia delle nozze Madeleine viene trovata morta nella sua lussuosa villa nel New Jersey. Accanto al corpo, nella biblioteca della casa, apparentemente a prova d’intrusioni dall’esterno, c’è un foglio in cui la donna annuncia il proprio suicidio. Ma sarà stato veramente un suicidio? In realtà molti presenti nella casa hanno un motivo valido per volerne la morte….
Tiziana, per prima cosa ti chiedo il perché di questo titolo in italiano e nell’originale inglese…
Effettivamente questa volta ci siamo scostati parecchio dal titolo originale che è The Clue ovvero l’indizio, la traccia, ma ci sembrava più adatto all’atmosfera vintage ricorrere all’arma del delitto come titolo del libro, anche perché l’arma usata ha una patina d’antico.
Vuoi dirci qualcosa sull’autrice Carolyn Wells?
È nata nel 1862 nel New Jersey e morta nel 1942 a New York, ed è stata una scrittrice molto prolifica: ha infatti prodotto nella sua vita più di centosettanta opere, concentrandosi inizialmente su libri di poesia, humor e per l’infanzia. È nota anche per i suoi numerosi aforismi. Quindi da una partenza molto soft nel mondo della letteratura è approdata al romanzo giallo. Come racconta nella sua autobiografia, ebbe una folgorazione assistendo alla lettura ad alta voce di un romanzo di Anna Katherine Green e, a partire da quel momento, decise di dedicarsi ai gialli, precorrendo così gli scrittori della Golden Age britannica che ebbero grande successo tra le due guerre mondiali. Carolyn Wells preparò anche un manuale su come inventare e sviluppare storie gialle avvincenti; scritto più di cent’anni fa, prende come modello Sherlock Holmes: per l’autrice le indagini reali, condotte dalle comuni forze dell’ordine sono prevedibili e superficiali e la risoluzione dei casi dipende più da fortuite coincidenze che dall’acume dimostrato dai tutori dell’ordine, dunque meglio ricorrere a un super detective.
Con questo libro quali sfumature vintage e del giallo classico ritroviamo che consentano di inserirlo, appunto, nella collana “Vintage” de “Le Assassine”?
Attorno alla vicenda ruotano numerosi personaggi e al lettore si presenta una situazione intricata. A far luce sarà il detective Fleming Stone. Come potremmo descriverlo? Come un personaggio amante dei libri e delle belle maniere, che con il suo acume è in grado di risolvere casi impossibili; l’autrice stessa lo definì il detective trascendente, che riusciva laddove i tutori della legge fallivano. Questo è un primo elemento del giallo classico ovvero l’investigatore che con le sue doti speciali trova alla fine il colpevole del misfatto. Altro elemento del giallo classico, oltre all’ispettore che risolve i casi più intricati in solitaria o coadiuvato da un aiutante ovviamente meno capace di lui, è la presenza della camera chiusa: il delitto si svolge infatti in luoghi chiusi, addirittura in stanze chiuse dall’interno, e sta appunto all’abilità dell’investigatore capire come possa essere avvenuto. Altri elementi che compaiono nei gialli classici e dunque anche nel Tagliacarte veneziano sono le cosiddette aringhe rosse, termine mutuato dalla caccia alla volpe, dove si gettavano aringhe sui sentieri per disorientare i cani che smettevano così di fiutare e inseguire la volpe. Lo stesso succede nel romanzo, dove chi scrive semina il racconto con espedienti fuorvianti, in modo che il lettore non arrivi subito alla soluzione del mistero.
Perché da una recensione che ho letto da parte della critica è stato rammentato il celeberrimo gioco da tavolo Cluedo? Ci sono delle assonanze?
Non sono brava nei giochi di società e conosco poco il Cluedo, ma per quel che so si svolge all’interno di una casa, dove sono presenti i sospettati e bisogna scoprire chi è il colpevole, tutti aspetti che sono appunto presenti nel giallo di Carolyn Wells.
Infine, domanda un po’ di rito: come vedresti un adattamento della storia al palcoscenico?
Direi che potrebbe essere un testo perfetto per un lavoro teatrale. Potremmo quasi affermare che rispetta persino le famose regole aristoteliche di unità di luogo, di tempo e di azione.
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