Durante un'Esposizione universale, una coppia raggiunge Parigi, ultima tappa della loro luna di miele. La mattina successiva il marito scompare misteriosamente. Questa è, molto in sintesi, la storia narrata dalla scrittrice Marie Belloc Lowndes in Luna di miele da incubo della collana Vintage pubblicata dalla casa editrice milanese Le Assassine.
Di seguito un'intervista a Tiziana Prina che ha il grande merito di portare alla nostra attenzione le donne pioniere e antenate delle scrittrici di gialli odierne andandole a scovare in giro per il globo e restituendocele grazie a un’accurata traduzione.
Ci racconti qualcosa di Marie Belloc Lowndes?
Marie Belloc Lowndes era francese da parte di padre e inglese da parte di madre. Quest’ultima era anche lei scrittrice, oltre a essere filantropa. Marie Belloc Lowndes fu molto prolifica e ottenne grande successo con il genere giallo. A lei si deve il romanzo The lodger (più di un milione di copie vendute) che, ispirato a Jack lo Squartatore, servì da trama al primo film muto di Hitchcock, girato nel 1928. La nostra scrittrice basava spesso le sue storie su casi veramente accaduti, combinando elementi di suspense con intuizioni psicologiche che furono apprezzate anche da uno scrittore come Ernest Hemingway, che la cita nel suo libro Festa mobile. Dalle sue trame così ben congegnate furono tratti diversi film.
Questa storia, di cui ti chiedo un accenno senza spoilerare troppo, è ispirata ad una leggenda metropolitana… esistevano già allora storie largamente diffuse?
Le leggende metropolitane esistono da tempo immemorabile, per esempio una delle più note è quella di Nessie che vivrebbe nel lago di Loch Ness. Tuttavia quella che in un certo senso si avvicina di più a quella narrata in Luna di miele da incubo risale al XIX secolo e aveva luogo in India, dove gli abitanti sembravano svanire nel nulla. Esistono poi versioni più recenti, ma tutte si basano appunto sulla misteriosa sparizione di una persona.
Quale stile o espediente tecnico ha adottato la scrittrice per creare un’atmosfera di suspense che non cadesse di tono?
A mio parere, il bello di questo libro è l’ambiguità che permea ogni pagina; direi che si riesce benissimo a immaginare l’espressione di chi parla che, mentre afferma una cosa, lascia fugacemente trasparire il suo opposto. Inoltre l’autrice sa reggere l’atmosfera di suspense fino alle ultime pagine e ci sorprende con un finale che francamente sfido chiunque a scoprire in anticipo.
Un’ultima curiosità che ti lascio commentare… Nel 1950 un film, So long at the Fair, interpretato dai mitici Dirk Bogarde e Jean Simmons, ne riprenderà la trama con delle varianti. Vuoi parlarcene?
Sì, come dicevo prima, la leggenda metropolitana riguardante la misteriosa sparizione di una persona ha conosciuto delle varianti. In luna di miele da incubo si trattava del marito, mentre nel film interpretato da Dirk Bogarde e Jean Simmons è un fratello. Comunque in tutti si respira la stessa aria affascinante della Parigi di inizio Novecento.
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