Ne avevo parlato qualche settimana fa, anticipando che a febbraio sarebbe uscito in edicola, per la collana Il Giallo Mondadori Sherlock, il romanzo Sherlock Holmes – La leggenda del pirata.
Rileggendo tutto il volume in questi giorni ho pensato che avrebbe fatto piacere ai nostri lettori conoscere alcune buone ragioni per acquistarlo.
Per prima cosa si tratta di un romanzo che Amy Thomas ha scritto durante un periodo piuttosto critico della sua vita nel quale era sottoposta a radioterapia. È interessante vedere come questa sua quarta avventura con l'affiatato duo Sherlock Holmes-Irene Adler venga da lei ottimamente gestita, quasi fosse una fuga dalla dura realtà che l'assillava dal punto di vista fisico. La Thomas rispedisce i due in America e gestisce la trama all'interno di una location a lei molto cara e molto nota. L'avventura si snoda velocemente e in certi momenti ci si ritrova immersi in situazioni tanto care a Robert Louis Stevenson. Anche in questo quarto romanzo, per la verità un po' più corto dei precedenti, l'autrice utilizza la stessa tecnica narrativa dei primi tre e che il lettore più attento avrà ormai certamente consolidato: i capitoli di Irene Adler sono raccontati in prima persona, mentre Sherlock Holmes viene proposto in terza persona. La cospirazione è ben raccontata e si legge tutta d'un fiato.
Il secondo motivo per il quale questo volume andrebbe acquistato è perché – oltre alla mia solita postfazione – ho voluto inserire un lungo saggio del criminologo Luca Marrone che si focalizza proprio sulla figura di Irene Adler. Un pezzo che inzialmente avrei voluto inserire nella antologia a mia cura dello scorso ottobre (Sherlock Holmes – Donne, intrighi e indagini, Giallo Mondadori Sherlock vol. 62) ma che alla fine non ha trovato spazio. Allora ho pensato che raccontare di Irene Adler in tutte le sue sfaccettature potesse comunque essere una buona idea facendolo all'interno di uno dei romanzi che appartengono alla quadrilogia di Amy Thomas, nella quale la Adler è personaggio chiave.
Il terzo motivo per cui vale la pena leggere questo libro riguarda la presenza in appendice del racconto sherlockiano L'oscura valle di Giacomo Mezzabarba. Il suo autore, che scrive sotto pseudonimo, è un abilissimo produttore di apocrifi. E lo dimostra con questo racconto lungo che ci sottolinea, ancora una volta, quanto gli autori italiani possano essere bravi nello scrivere avventure del segugio di Baker Street.
Ecco, se vi piace l'universo holmesiano, per questi tre motivi penso che spendere 5,90 euro questo mese di febbraio (passando dalla vostra edicola per richiedere il volume 66 del Giallo Mondadori Sherlock) sia davvero una buona idea.
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