L’occhio di gatto di R. Austin Freeman, Mondadori 2018.
E’ una giornata “nuvolosa e buia.” L’avvocato Robert Anstey, patrocinante per la Corona, sta tornando a casa quando all’improvviso il silenzio viene squarciato da “un urlo penetrante”, il grido di una donna che chiede aiuto. E’ in lotta con un uomo che la accoltella e fugge. Robert la prende e la porta verso una casa all’antica dove l’aspetta un morto assassinato, ovvero Drayton, fratello del suo illustre collega sir Lawrence. Occorre l’aiuto dell’amico John Thorndyke, “la maggiore autorità in campo medico legale e il più grande avvocato penalista dei nostri tempi”, come dichiara lui stesso raccontando i fatti in prima persona. Iniziano le indagini. Dal racconto della signorina Blake (suo fratello Percy) sembra che ci siano due potenziali assassini. Comunque sono stati rubati alcuni gioielli fra cui un pendente con un occhio di gatto che risale al 1700 e un medaglione che sarà ritrovato, in seguito, dentro al suo scialle, finito lì durante la lotta con l’aggressore. Medaglione a forma di libretto tenuto insieme da cardini di lato e citazioni delle Scritture all’interno.
Personaggio al centro della vicenda naturalmente il dottor Thorndyke che risolve i casi attraverso rigorosi metodi scientifici con i migliori strumenti del tempo (ad un certo punto tira fuori anche gli occhiali “magici”), il lavoro nel suo ordinatissimo laboratorio e l’aiuto dell’assistente Polton. Ogni tanto Anstey (fuma la pipa e beve il Porto) ha qualche dubbio sui ragionamenti, per lui talora indecifrabili, dell’amico ma “D’altro canto, Thorndike era pur sempre Thorndike: un uomo imperscrutabile, silenzioso e persino un po’ misterioso, nonostante i suoi modi piuttosto cordiali.”
Il problema principale è che la signorina Blake ha dichiarato, durante l’inchiesta, di poter riconoscere l’assassino, e di conseguenza si trova sotto continua minaccia di morte (vedi i cioccolatini avvelenati, per esempio). Il libro è costituito da un plot molto complesso: una eredità contestata, precisamente la tenuta di Beauchamp Blake di Arthur Blake, un documento sulla storia dei Blake con alcune pagine mancanti, una donna pericolosa, un osso assai particolare, l’importanza di un capello, il passato che ritorna e così via.
Accanto ai brividi, alle inquietudini, ai momenti di vera suspense dentro una atmosfera dove vibra persino l’occulto, abbiamo anche l’aspetto sentimentale che nasce tra Anstey e la signorina Blake “morbida aureola di capelli di un rosso dorato”, “carnagione di un rosa delicato”, “naso corto leggermente all’insù”, forme solo apparentemente esili “ma in realtà piuttosto prosperose”.
Finale da cardiopalma con pericolo incorporato per i nostri eroi. Spiegazione teutonica di tutto l’ambaradan nei minimi particolari da parte di Thorndike. Da leggersi riposati e con l’occhio vispo.
Traduzione di Mauro Boncompagni. Questa già una garanzia.
R. Austin Freeman (1862-1943), giallista britannico, dopo aver lavorato da giovane in una farmacia è diventato chirurgo, ha servito come medico nelle colonie africane ed è stato ufficiale sanitario, per poi prendere parte alla Grande Guerra. Si è dedicato parallelamente alla narrativa poliziesca, introducendo nell’indagine il metodo scientifico. È l’inventore della detective story “rovesciata”, nella quale il colpevole è noto e la suspense si focalizza sulla ricerca della soluzione. Il suo personaggio più popolare è il dottor John Thorndyke, investigatore forense protagonista di una lunga serie di romanzi e racconti.
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