La collana “Il Giallo Mondadori” di marzo (n. 3165) presenta Il caso Sandrine (Sandrine’s Case, 2013) di Thomas H. Cook.
La trama
Per Sam Madison sua moglie Sandrine è sempre stata un mistero. Anche ora che un mix di farmaci e vodka l’ha strappata alla vita. Suicidio, è stato il responso ufficiale in un primo momento. Omicidio, ha poi decretato la polizia accusando Sam di averle somministrato il cocktail letale. Da vedovo inconsolabile a uxoricida in un batter d’occhio. Il pubblico ministero è fermamente convinto che lui, persona all’apparenza fredda e poco socievole, abbia pianificato il delitto in ogni dettaglio, e per questo chiederà la pena capitale. Ma sottoporsi all’ordalia del processo, seduto al banco degli imputati, sarà anche per Sam un cammino alla scoperta della verità, delle tante verità. Sull’enigmatica Sandrine, docente di storia con una passione viscerale per la regina Cleopatra, sul loro matrimonio, su se stesso. Perché un conto è guardare in uno specchio, altra cosa è vedere sul serio quel che viene riflesso. E forse, alla fine di tutto, del verdetto non gli importerà più granché. Il giorno in cui la giuria stabilirà se ha davvero ucciso e se, fuori dall’aula di tribunale, c’è già una forca ad attenderlo.
L’incipit
“L’ultima speranza nasconde uno stocco nella toga” scrisse Sandrine ai margini della sua copia del Giulio Cesare. Strano, ma di tutte le cose che aveva detto o scritto, era quella la frase che ricordavo con maggior tormento l’ultimo giorno del mio processo. La vita dovrebbe riempire le nostre orecchie di moniti, pensai ricordando come lei avesse vergato quel breve commento a uno dei discorsi malinconici di Cassio, ma in realtà non fa che tacere davanti alle nostre grida da poppanti.
Arrivai a questa conclusione proprio mentre il presidente della giuria si alzava per formulare il verdetto, perciò era il momento in cui avrei sentito, o non sentito, lo scricchiolio della pedana della forca. In una certa misura, comunque, la decisione della giuria non mi importava più. Sapevo cos’avevo fatto e come l’avevo fatto, e con quali mezzi avevo tentato di cavarmela. A prescindere dal verdetto, il mio processo aveva portato tutto alla luce, facendomi concludere che una cosa è guardare in uno specchio, altra cosa vedere sul serio cosa viene riflesso.
Il primo giorno del processo ero ben lontano dal comprendere un delitto o qualsiasi altra cosa, quanto a quello. Tutte le grandi rivelazioni si conquistano a fatica, mi aveva detto una volta Sandrine, forse come avvertimento. Ma fino all’ordalia del processo, tutte le rivelazioni che avevo avuto erano state modeste, e nessuna conquistata a fatica.
L'autore
Thomas H. Cook è nato negli Stati Uniti nel 1947. Laureato in storia, ha svolto per diversi anni il lavoro di insegnante. Come ricercatore e saggista ha pubblicato un importante testo di storia sulle guerre contro i Seminole (Blood Echoes, 1992). Ha esordito nella letteratura poliziesca nel 1979. I suoi romanzi successivi, fra cui Il mistero della Chatham School (Il Giallo Mondadori, n. 2573), vincitore del premio Edgar, sono caratterizzati da una forte attenzione per gli aspetti psicologici e per le ambientazioni e gli hanno permesso di ottenere un vasto successo. Attualmente lo scrittore vive tra New York e Cape Cod.
Info
Il caso Sandrine di Thomas H. Cook (Il Giallo Mondadori n. 3165), 280 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Mauro Boncompagni
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