Il romanzo Shining fu pubblicato nel 1977 e costituì il primo vero successo dell’autore statunitense, il momento cruciale per l’affermazione di King nel panorama letterario horror.
La trama è ben nota: Jack Torrance, aspirante scrittore ed ex insegnante di letteratura inglese (ha perso il posto dopo che aveva aggredito un suo studente), sogna di portare a termine una commedia su cui sta lavorando da tempo. Intanto deve anche impegnarsi per lasciarsi alle spalle i suoi problemi di alcolismo.
Gli viene offerta l’opportunità di trasferirsi in un imponente albergo, sperduto fra le selvagge montagne del Colorado, come nuovo custode. Un nuovo impiego dunque, che per di più potrebbe permettergli di lavorare in pace alla sua commedia.
Jack accetta la proposta e si trasferisce insieme alla moglie Wendy e al figlio Danny. L’Overlook Hotel pare inizialmente il rifugio sereno di cui la famiglia Torrance aveva tanto bisogno. Almeno finché le tempeste di neve non li bloccano all’interno dell’albergo, isolandoli completamente dal resto del mondo. A rendere ancora più inquietante la situazione è la macabra storia del posto, contrassegnata da una lunga serie di orribili delitti.
La follia sembra annidarsi in ogni angolo e la mente di Jack ne è sempre più sconvolta, mentre Danny dimostra di possedere “the shining” appunto, la cosiddetta “aura”: poteri extrasensoriali che gli permettono di vedere il passato dell’albergo e le sciagure che ancora dovranno verificarsi.
L’idea della casa con un’anima, capace di esercitare la sua volontà malvagia sui malcapitati abitanti, non è una novità nel mondo dell’horror, ma King riuscì a tirarne fuori un capolavoro. Fonte d’ispirazione furono una serie di esperienze personali, come la guarigione dai problemi di alcolismo e soprattutto il soggiorno presso lo Stanley Hotel, fra le montagne dell’Estes Park, Colorado, nel 1974.
Lo Stanley Hotel L’albergo che ispirò il romanzo di King vanta una storia davvero grottesca. Tutto ebbe inizio nel 1903, quando Freelan Oscar Stanley, comproprietario della casa automobilistica Stanley Motor Carriage Company, decise di trascorrere l’estate in una cabina fra le montagne di Estes Park nella speranza che l’aria fresca, il sole e uno stile di vita più tranquillo potessero giovare alla sua tubercolosi. Si trasferì quindi insieme alla moglie Flora e immediatamente i due si innamorarono della bellezza del luogo, che in effetti influì positivamente sulle condizioni di salute di Stanley.
Incantato dalla bellezza della natura e grato per l’inaspettato miglioramento della sua salute, Stanley decise di tornare ogni anno e di trasformare Estes Park in una meta turistica. Fondò quindi lo Stanley Hotel, inaugurato il 4 luglio 1909. L’elegante albergo era dotato di acqua corrente, elettricità e telefono: l’unico servizio mancante, almeno per un primo periodo, era il riscaldamento, poiché l’hotel era stato concepito esclusivamente come luogo di villeggiatura estiva.
Con il passare degli anni lo Stanley Hotel si è gradualmente guadagnato una certa fama… fra gli appassionati del paranormale. Feste fantasma nella sala da ballo che spaventano il personale dell’albergo, clienti che affermano di vedere uno spettro in piedi sul letto, pronto a scattare e nascondersi nell’armadio dopo pochi secondi. Secondo alcuni, quest’ultimo fantasma sarebbe anche il responsabile di alcuni furti di gioielli. Chissà poi cosa se ne dovrebbe fare uno spettro dei gioielli…
E ancora il pianoforte della sala da ballo suonato da mani invisibili. Mani che secondo i dipendenti apparterrebbero proprio a Flora, che in vita suonava il pianoforte. Che si tratti di reali fenomeni paranormali o soltanto di suggestione, vari clienti hanno poi affermato di aver visto sconosciuti nelle loro stanze apparire e scomparire nel nulla.
Lo Stanley Hotel è quindi divenuto la meta di investigatori del paranormale, come la troupe del programma televisivo Ghost Hunters, che si recò sul posto per trovare una “spiegazione” per gli strani fenomeni.
I membri della troupe suggerirono che alcuni degli eventi che tanto avevano impressionato i clienti dell’hotel potessero essere dovuti al vento o alle tubature. Rimangono invece un mistero le “presenze” nella sala da ballo o l’attività del “fantasma ladro”…
Jason Hawes Conrad, fondatore dell’Atlantic Paranormal Society, nonché uno dei protagonisti di Ghost Hunters, trascorse la notte nella camera da letto del ladro. Dichiarò in seguito che il letto si muoveva da solo, le porte dell’armadio si aprivano e chiudevano e un vetro andò improvvisamente in frantumi. Verità o semplicemente pubblicità per il programma televisivo? Nessuno potrà mai saperlo con certezza.
Vennero addirittura eseguite alcune analisi della composizione geologica del luogo, ritenuta da alcuni la causa dei fenomeni paranormali. La conclusione degli scienziati naturalmente fu la seguente: non c’era nulla di insolito nel terreno di Estes Park.
Gita fra i fantasmi Stephen King e la moglie Tabitha arrivarono allo Stanley Hotel il 30 ottobre 1974, quando i dipendenti dell’albergo erano ormai pronti per la chiusura invernale. Per questo motivo, in tutto l’hotel non c’erano altri clienti all’infuori dello scrittore e di sua moglie.
Secondo le parole dello stesso King, i due si ritrovarono completamente soli, circondati da lunghi corridoi vuoti. Dormirono nella stanza 217, guarda caso una delle camere considerate infestate (e che in Shining avrebbe rivestito un ruolo fondamentale). Cenarono nella grande sala da pranzo, naturalmente soli.
Il loro era l’unico tavolo utilizzabile, perché tutte le sedie erano state sollevate e appoggiate a gambe all’aria sopra agli altri tavoli. Soltanto uno dei piatti offerti dal menù era ancora disponibile e, mentre mangiavano, la musica dell’orchestra riecheggiava attraverso le stanze vuote.
King dichiarò che dopo una simile serata, quando si recò infine a letto, la trama del libro era già pronta all’interno della sua testa.
Il colpo di grazia fu poi l’incubo che portò lo scrittore a svegliarsi all’improvviso, in preda al panico, nel cuore della notte. Nel sogno suo figlio, allora di tre anni, correva per gli infiniti corridoi dell’hotel, guardandosi di tanto in tanto dietro le spalle con gli occhi spalancati dal terrore. Ormai Shining era stato concepito.
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