Ventisettesima avventura del Principe delle Spie Malko Linge, in questa nuova ristampa di “Segretissimo SAS” (Mondadori), questo maggio in edicola: Safari a La Paz (Safari à La Paz, 1972) del compianto Gérard de Villiers.
Per sapere TUTTO della vita editoriale italiana del personaggio, si rimanda agli Archivi di Uruk.
La trama
Il miglior agente operativo spedito sulle tracce di un pacifico cittadino boliviano? Niente di strano se l’obiettivo è Klaus Muller alias Klaus Heinkel, ex ufficiale delle SS ricercato per crimini di guerra. Di lui la CIA si è servita finché ha potuto, ma ora che la stampa ha acceso i riflettori sul suo caso, da preziosa risorsa il personaggio potrebbe trasformarsi in una presenza ingombrante. La missione di Malko Linge è all’apparenza fin troppo semplice: consegnare alle autorità locali le impronte digitali di Heinkel, necessarie a dimostrarne la vera identità. Il guaio è che questa primula rossa del Terzo Reich ha un mucchio di conoscenze negli ambienti governativi. E in uno scenario dove ogni alleato può rivelarsi un nemico, la faccenda non tarderà a complicarsi. Ma il Principe delle Spie è abituato a diffidare dei viaggi di piacere offerti dall’Agenzia.
L’incipit
Don Federico Sturm alzò la testa senza lasciare le redini della sua vigogna. Una vecchia Impala biancastra aveva abbandonato la pista rettilinea che costeggiava la riva paludosa del lago Titicaca e aveva infilato il viale fiancheggiato da alberi che portava alla estancia. Il tedesco aggrottò le folte sopracciglia nere. Non aspettava visite e non sopportava gli importuni e i curiosi. Da più di vent’anni, da quando cioè si era sistemato in Bolivia, non aveva avuto da lamentarsi dell’ospitalità offertagli dalla dozzina di governi che si erano succeduti alla testa del paese, ma, nel suo caso, non si era mai completamente al riparo da sgradevoli sorprese…
Il tedesco si sforzò di accarezzare il pelo deliziosamente morbido della vigogna e affondò con voluttà la punta delle dita nel folto mantello, senza curarsi della macchina. L’animale fremette di contentezza e voltò la testa verso il suo padrone. Don Federico gli parlò dolcemente all’orecchio in tedesco e gli accarezzò la pancia, là dove il pelo sembrava seta.
Da un pezzo aveva trasferito su quella vigogna tutto ciò che gli rimaneva di sentimenti umani. Due anni prima, alcuni cacciatori aymara gliela avevano portata ferita, e lui l’aveva comprata per cento pesos. Curandola, le si era affezionato. D’inverno, la vigogna dormiva in camera sua e lo svegliava con gran colpi di lingua.
Don Federico l’aveva soprannominata “Cantouta” dal nome dei fiori rosso intenso che crescono a quattromila metri sull’Altopiano e che portano fortuna.
L'autore:
Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.
Info:
Safari a La Paz di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 27), 182 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Bruno Just Lazzari
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