Stesso sangue di Nesbø, Lansdale, Fois, Guccini & Macchiavelli.
Questo incanto non costa niente di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
Anno 1938. Bagni dell’Appennino nella montagna bolognese a metà strada tra Bologna e Firenze, quattro vie più la piazza. Macchina in un precipizio. Morto Romano Pareschi, figlio del federale Adolfo che non crede all’incidente ma in un omicidio premeditato. Occorre una indagine laterale riservata e affidata al maresciallo Santovito. Ma tanto l’assassino o gli assassini devono essere quelli, i nemici del regime o qualche ebreo bastardo. Atmosfera fascista con le canzonette e i cantanti di allora (Trio Lescano, Rabagliati, Natalino Otto), con qualche libro a far pensare (Moravia e Corrado Alvaro), l’odio razziale, l’olio di ricino, la violenza e lo stupro. Cenni dell’orrore fascista.
Coco Buttermit di Joe R. Lansdale
Solo uno scambio ben pagato. Portare una borsa in un certo posto ad un ricattatore e ricevere Coco Buttermit. Un cane, una femmina di cane tedesco. Mummificata. La mamma di Jimmy Farmer ci teneva tanto e lui teneva tanto alla mamma. Tutto facile per Hap, Leonard, Brett e Chance, la figlia di Hap. Troppo facile. Puzza. Anche perché la cifra sborsata per la suddetta mummia, almeno centomila dollari (si scopre, poi), è pazzesca. E chi ha voluto lo scambio, Jimmy Farmer, farà una brutta fine. Ancora una volta la scrittura pulp di Lansdale a creare sorridente putiferio con scontro finale, addirittura, tra una scavatrice e un bulldozer.
Siero di Joe Nesbø
Sponda di un fiume nella Botswana orientale. Di fronte Stan Abbott e Ken Abbott, padre e figlio. In mano una siringa con un liquido trasparente e giallognolo per salvare il padre dal morso di un serpente velenoso. Dalla fine all’inizio. Storia della famiglia. Una richiesta dopo l’altra di Ken, soldi su soldi persi per le scommesse, per il gioco d’azzardo e il padre quasi sfinito, ormai arrendevole. Poi la vendita della sua casa editrice, il divorzio e lo stabilirsi a Tuli come allevatore di serpenti. Una lettera a Ken, seguita da una seconda e il figlio arriva per non subire le brutte conseguenze di una disgraziata scommessa. E ora sono lì in Botswana, uno davanti all’altro. Lo salverà? Oppure…
Ti ho fatto male di Marcello Fois
Commissario Giovanni Sanzio in chiesa. Gli è stata uccisa la moglie Laura e non si da pace. Sospeso pure dal servizio. Arriva l’ispettore Osvaldo Maccari con un’altra notizia. Uccisa anche la moglie del vicequestore Anselmi, Evelina, “Niente testa gambe e mani. Solo il busto.” Sanzio svuotato. Forse la morte di Evelina non ci sarebbe stata se lui avesse trovato l’assassino di Laura. Ricordi dei genitori che litigano in treno, la lettura di Guerra e Pace, l’odio per l’odioso personaggio Dolochov, relazione “solo sessuale” extraconiugale e il “Giovanni, dobbiamo parlare” della moglie. Ora è lì in chiesa ad aspettare. Sa che qualcuno arriverà.
Storie diverse, racconti diversi nel contenuto e nello stile. Prepotenza, rabbia, malinconia, introspezione, il capovolgimento delle aspettative, la vita come un inarrestabile, penoso destino, il susseguirsi furioso e sgangherato di accadimenti, un quadretto terribile di storia italiana. Ottimo amalgama.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID