Per chi volesse conoscere gli aspetti più insoliti e più intimi del detective Pepe Carvalho non può perdere il bel libro del giornalista Quim Aranda, è autore della biografia letteraria Piacere Pepe Carvalho (Feltrinelli), un testo imperdibile per gli appassionati di Pepe ma anche per i cultori del giallo. È cosa rara che a un personaggio di narrativa poliziesca venga dedicata una biografia, come sarebbe stato bello leggere la biografia di Sam Spade o di Sherlock Holmes.
Quim Aranda da giornalista avveduto lascia che a parlare di Pepe siano proprio i suoi amici, le donne che ha amato, li intervista, porge loro domande, in alcuni tratti la biografia assume quasi il tono della riduzione teatrale, ha un andamento che somiglia a delle voci monologanti.
Allo stesso tempo non rinuncia mai al testo narrativo con le sue divagazioni sul sentire e sulle emozioni provate dal giovane studente Pepe, non ancora detective e non ancora entrato a far parte della CIA (Central Intelligence Agency).
Pepe Carvalho nasce a Souto (Lugo in Galizia), le notizie della sua infanzia, così come quelle degli anni precedenti il suo trasferimento a Barcellona, sono abbastanza lacunose e per molti aspetti incerte. Partecipa alla lotta clandestina contro il regime franchista con il nome di battaglia di Ventura.
Ha lavorato quattro anni come agente della CIA. Sul nome del personaggio ci sono un paio di sviste degne di nota. Se infatti è vero che da più di un romanzo veniamo a sapere che il suo nome completo è José Carvalho Tourón, ne La solitudine del manager – terzo romanzo della serie – il suo secondo cognome risulta essere Larios e non Tourón.
Carvalho è uno dei pochi detective, insieme al parkeriano Spencer, ad avere una cultura umanistica importante, la rarità del fatto va vista in virtù del vecchio adagio narrativo che predilige l’azione, e non la cultura, per la detective fiction (unica eccezione è il solo Philo Vance di S.S. Van Dine).
Charo è la prostituta di mestiere e amante di Carvalho che ha conosciuto nel 1971. Nel 1991 lascia Carvalho e Barcellona accettando un posto offerto da un suo cliente: diviene centralinista in un albergo ad Andora.
Biscuter è aiutante e cuoco di Carvalho. Si conobbero nel carcere di Lleida in cui Pepe era detenuto per motivi politici mentre Biscuter come ladro di auto (da qui il nomignolo visto che Biscuter era il nome di una utilitaria molto diffusa in Spagna negli anni ‘50). Pepe fa il detective e Biscuter il segretario e cuoco per aiutarlo in seguito anche nelle investigazioni.
Ma sarebbe errato pensare che si tratti di una coppia assimilabile al dualismo Holmes-Watson (oppure a Poirot-Hasting). Biscuter non è l’utile idiota che serve all'investigatore per svelare ai lettori i percorsi mentali dell'investigatore o per fungere da cronista, i romanzi di Vázquez Montalbán nulla hanno a che fare con quelli di Arthur Conan Doyle o Agatha Christie; si potrebbe dire che i due personaggi hanno pari ‘dignità’ narrativa.
Biscuter rimane spesso al margine dei casi ma è una figura presente che suscita un’immediata simpatia nel lettore. L’aspetto culinario è molto curato nei romanzi, a rispettare la passione di Montalbàn stesso.
Più di dieci di anni fa (2002) sempre da Feltrinelli è uscita un’antologia dal titolo Ricette immorali di Manuel V. Montalbàn, in cui si narra del legame tra sesso e cucina, molte di quelle ricette sono presenti nei romanzi polizieschi di Pepe; una conferma ulteriore del vasto ambito in cui si muove la narrativa poliziesca di Mantalbàn.
I principali romanzi di questo ciclo sono, Ho ammazzato J. F. Kennedy (1972), Tatuaggio (1974), La solitudine del manager (1977), I mari del Sud (Los mares del Sur, 1994, dapprima pubblicato nel 1982 sotto il titolo di Un delitto per Pepe Carvalho).
È difficile pensare a questi titoli come a dei libri gialli, hanno fruibilità e ricchezza che li consegna di diritto al genere mainstream. Uno dei vecchi corollari recita che un libro giallo si può leggere una sola volta, per ovvi motivi legati allo scioglimento dell’enigma: in questo caso il corollario decade, il plot nel suo risolversi non è preponderante alla narrazione e alla varietà di spunti che riesce a fornire, questo anche durante una seconda lettura, come non mai vi è una prossimità tra autore e personaggio.
Manuel Vázquez Montalbán è figlio unico di una sarta e di un militante del PSUC (Partito Socialista Unificato di Catalogna), conosce il padre, detenuto in carcere, solo alla sua liberazione, quando aveva 5 anni. Anche lui più tardi militerà nello stesso partito, nel quale entrerà nel 1961 diventando poi membro del Comitato Centrale.
Si laurea in Filosofia e Lettere e all'Università Autonoma di Barcellona e studia alla locale Scuola di giornalismo. Nel 1962 un tribunale di guerra lo condanna a 3 anni di reclusione per aver partecipato ad attività della resistenza antifascista, e viene così incarcerato nella prigione di Lerida dove scrive il suo primo libro, il saggio Informe sobre la informaciòn.
Dopo aver scontato la pena inizia la propria carriera giornalistica per il Triunfo per poi collaborare con diverse riviste per le quali ha lavorato fino all’ultimo.
Nel 1967 pubblica la sua prima raccolta di poesia, Una educatiòn sentimental. Nello stesso anno viene pubblicato anche il suo primo romanzo, Recordando a Dardé e alcuni racconti, prime prove della sua abilità narrativa.
Nel 1972 appare per la prima volta, nel romanzo Ho ammazzato J.F. Kennedy, il detective privato Pepe Carvalho. La sua passione e le sue conoscenze culinarie entreranno, attraverso i suoi personaggi, a far parte delle commedie umane narrate nelle sue opere, caratterizzandoli e rendendo comprensibili le sfumature delle loro personalità.
Nel 1979 riceve il Premio Planeta per l’opera I mari del sud, con protagonista il detective Carvalho. In Italia viene pubblicato per la prima volta nel 1980, grazie anche all'apprezzamento di Leonardo Sciascia e più avanti stringe amicizia con Andrea Camilleri che in suo onore chiamò il protagonista dei suoi celebri romanzi, Il commissario Montalbano.
Si è dedicato anche ad altri romanzi non di genere come Il pianista (1985) e Galindez (1990) e ad altre opere di genere saggistico, poetico e storico. Fra queste va ricordata la biografia del Caudillo, Io, Franco, pubblicata nel 1992 e considerata un’opera di notevole spessore letterario e storico; nel romanzo O cesare o nulla, ripercorre la vicenda dei Borgia in maniera avvincente e magistrale, lascia emergere tutto il lato oscuro della famosa famiglia rinascimentale ma anche il suo lato più luminoso.
Nel 1995 ha ricevuto il Premio Nacional de las Letras Espanŏlas come riconoscimento per tutta la propria opera. Muore il 18 ottobre del 2003 nell’aeroporto di Bangkok a causa di un infarto.
A tutt’oggi sembra che Pepe Carvalho sia ‘finito’ insieme al decesso del suo autore, almeno finché qualcuno non riesca ad ‘accarnare’ ancora questa figura, un po’ come Robert Parker e Osvaldo Soriano hanno fatto con Philip Marlowe, per non parlare di Joe Gores che ha raccontato di Sam Spade e di Dashiell Hammett.
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