La grande idea di Edgar Wallace, Mondadori 2016.
Sedersi in vetrina e farsi guardare dai passanti mentre scrive per sei ore. Questo il nuovo lavoro dell’attrice Betty Carew ordinatole dal suo protettore (l’ha aiutata e tormentata dopo averla presa da un orfanatrofio) dottor Joshua Laffin. Praticamente “l’offerta di un tizio che vuole lanciare un nuovo tipo di scrivania”. Poi, dopo qualche giorno, entrerà un uomo a chiederle un messaggio e lei dovrà consegnargli una lettera riposta nel primo cassetta a destra. A questo punto fine del lavoro ben remunerato. Qualcosa non quadra, anche perché, tra l’altro, la scrivania è stata “ideata da un uomo che fu impiccato per avere ucciso la moglie.” Ed allora ecco Bill Holbrook, pubblicitario ex giornalista, che vuole vederci chiaro dietro “questa trovata umiliante”.
Impossibile riassumere, anche brevemente, una vicenda intricatissima, ricca di continui colpi di scena. Di mezzo la vera storia di Betty, una specie di setta, più precisamente i soldi della lotteria dei cosiddetti Nobili Figli di Ragusa e cinquanta milioni del prestito di guerra degli Stati Uniti all’Inghilterra che fanno gola a qualcuno. Dalla terra l’azione si sposta sulla nave Escorial con scontri anche a fuoco tra i ladri e i loro avversari, travestimenti, imprigionamenti, fughe, personaggi che scompaiono e ricompaiono all’improvviso, false apparenze e falso radiogramma, tenera storia d’amore ad alleggerire il tutto. Capitoletti brevi, brevissimi, sorprese ad ogni piè di pagina da far strabuzzare gli occhi e girar la testa. Da leggere con l’occhio vispo.
Per “I racconti del giallo” Tre cose di Diego Lama.
Napoli 1884. Efferato delitto in casa del fu dottor De Dominicis. Uccisa la moglie anziana con “un coltellaccio infilato nella pancia.” Caso da risolvere per il commissario capo Veneruso. Seduta in un angolo della stanza in cui è avvenuto l’assassinio la vecchia cameriera Emma Vitale. “Tu hai preso tre cose a me e io ho preso una cosa a te” è il suo continuo ritornello. L’ha uccisa lei, dice. Una fissa o la verità? E quali sarebbero queste tre cose?. Disperazione e malinconia.
Ricordo dell’autore La collera di Napoli, edito sempre dalla Mondadori.
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