L’incanto delle sirene di Gianni Biondillo, Guanda 2015.
Milano, settembre e caldo boia. L’ispettore Ferraro in piscina per togliersi qualche chilo di troppo (la figlia Giulia lo tratta come una palla di lardo), lui che, giovanotto secco secco, era chiamato Chiodo dagli amici del quartiere. Vorrebbe defilarsi un po’ da tutto ma questa volta deve vedersela con l’omicidio di una modella, una di quelle “sirene” o “divinità iperuranie” che volteggiano ampollose nella sfilata di moda del noto Varaldi. In effetti il colpo di fucile (un M24 SWS con mirino ottico) doveva toccare proprio a lui ma si è chinato al momento giusto a raccogliere delle orchidee. Da qui l’indagine che Ferraro conduce soprattutto per l’insistenza di una vecchia amica nel mondo della moda, Luisa Donnaciva, con la quale si ritrova abbracciato nella doccia come dieci anni prima (corsi e ricorsi storici). Una pista potrebbe essere quella di uno sgarro che il suddetto Varaldi avrebbe fatto a chi gli forniva la droga.
Accanto all’indagine la storia di Aisha, nove anni, riccioli ribelli e due occhioni azzurri (Occhiblù) e il fratello Mu’ammar costretti a lasciare il proprio paese bombardato per l’Italia dove vive un altro fratello. La bambina si ritroverà sola lungo il viaggio, avrà l’aiuto del clochard Baffo (Oreste) che vuole ritornare a casa perché sente giungere la sua fine e anche quello della prostituta Marta che accoglie i suddetti al momento del bisogno.
Le due storie servono, sia per la presentazione dei personaggi che per una riflessione, ora sottile e ironica (sfruttato anche il dialetto in chiave di sorriso), ora dura e cruda sulla nostra società: critica al mondo della moda fatto di invidie e giochi di potere; profluvio di servizi televisivi sull’omicidio citato, ne parlano tutti, anche “nani e ballerine” con ripetizione “ad libitum” delle immagini della morta fotomodella; sgombero di un bilocale cinese con l’ispettore-macchietta De Michelis che ha quasi una erezione per l’eccitamento; bulli contro un baracchino di un creduto islamico (inutile essere, invece, un egiziano copto, cioè cristiano); giovinastri sfatti e disillusi dalle canne; scontri con la polizia e scontri tra “fasci e antifasci” e si finisce a razziare al supermarket (vedete un po’).
L’indagine, che si avvale anche dell’informatore Mimmo ‘O Animale (soprannome tutto un programma), ha come corollario i dubbi, i rovelli, una piccola luce, “un particolare che non gira come dovrebbe” fino all’”esplosione” della verità.
Personaggio indelebile Aisha, forte eroina delle sofferenze di vita, un po’ di impostazione da fiaba per gli sventurati, qualche scena superata dalla realtà stessa in un quadro di sicuro impatto emotivo con storie che si sviluppano e intrecciano fra loro mescolando il bene e il male. E il nostro Ferraro che nulla lo turba e nulla lo infastidisce? Che non crede alla storia della livella perché siamo tutti diversi, anche nella morte? Si scioglierà, si scioglierà. Qualcosa alla fine si rompe nel suo petto davanti ad una bara. E si accorge di singhiozzare. Sempre di più.
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