La collana “Il Giallo Mondadori” di questo mese (n. 3134) presenta un grande inedito: la 19ª indagine dell’ispettore Wexford. Soli nel bosco (The Babes in the Wood, 2002) di Ruth Rendell.
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Dalla quarta di copertina:
Sophie e Giles sono scomparsi. I due adolescenti erano stati affidati dai genitori a una tata e, al loro rientro da un weekend a Parigi, dei tre nessuna traccia. La signora Dade non ha dubbi: i suoi figli sono morti, annegati. Un’ipotesi per nulla bizzarra, considerato che il diluvio in corso, con piogge mai così torrenziali a memoria d’uomo in quella parte del Sussex, ha provocato l’esondazione dei fiumi e nemmeno un edificio nella valle è scampato alla furia delle acque. Lo sa bene anche l’ispettore capo Wexford, su a Kingsmarkham, dove la piena montante ha per ora risparmiato la sua casa, ma lambisce ormai l’estremità del giardino. Ecco perché non è strano che venga subito inviata una squadra di sommozzatori alla ricerca dei corpi. Più strano semmai è che i ragazzi siano davvero affogati pur essendo entrambi abili nuotatori, e per di più lontano dalla zona allagata. È solo l’inizio di un’indagine oscura, disturbante, che costringerà Wexford a mettere in discussione le sue più solide certezze sulla società in cui vive, e perfino sulla sua stessa famiglia. Andando oltre la fredda analisi di come e perché un crimine viene commesso, per esplorare i modi in cui la violenza infetta e distrugge chiunque tocchi.
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Ecco l’incipit:
Di norma il Kingsbrook non era visibile dalla finestra. Non il suo corso, i suoi contorti meandri, non i salici che formavano una doppia barriera lungo le sue rive. Ma adesso poteva vederlo, o piuttosto vedere quel che era diventato, un fiume ampio come il Tamigi ma piatto e immobile, un vasto lago che aveva colmato la valle in cui scorreva, sommergendo i prati circostanti con un liscio manto argenteo. Le poche case che sorgevano nella valle, lungo una strada ora scomparsa che portava a un ponte ugualmente scomparso, emergevano dall’acqua ormai solo con il tetto e il piano superiore. Wexford pensò alla sua casa dall’altra parte di quel lago che continuava a espandersi, finora risparmiata dall’inondazione, anche se la piena montante ormai lambiva il giardino.
Pioveva. Ma come aveva detto a Burden qualche ora prima, non valeva più nemmeno la pena di parlarne, considerato quanto era costante e duraturo quel deprecabile fenomeno. Solo le brevi pause del diluvio erano degne di essere commentate. Prese il telefono e chiamò sua moglie.
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Ruth Rendell è nata a Londra nel 1930. Sposata due volte, è vissuta tra Londra e la casa di Polstead, un villaggio nel Suffolk. Ha scritto il suo primo romanzo, Lettere mortali, nel 1964. Oltre ai romanzi polizieschi con protagonista l’ispettore Wexford, la Rendell ha pubblicato una serie di romanzi di grande potenza e forte tensione psicologica. Tra questi La morte non sa leggere (Il Giallo Mondadori, n. 2121), Il volto del peccato (Il Giallo Mondadori, n. 2254), Il mistero della brughiera (Il Giallo Mondadori, n. 2311). L’autrice è scomparsa nel 2015.
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Soli nel bosco di Ruth Rendell (Il Giallo Mondadori n. 3134), 280 pagine, euro 5,90 - Traduzione di Giuseppe Settanni
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