S’inizia nel cinquecento, con l’infanzia e l’avventurosa vita di uno dei più grandi scacchisti italiani, Gioacchino Greco, lo seguiamo velocemente attraverso i suoi viaggi e le sue memorabili partite, condite sempre dal suo bisogno di vincere, di primeggiare. Si finisce col racconto di un vecchio, che dopo una vita dedicata agli scacchi e alla natura, si ritira a vivere gli ultimi anni in un rifugio di montagna, dove, fra il profumo dei boschi e il delirio della fantasia, giocherà le sue ultime partite. La vela, la campagna, i monti, la storia d’Italia, i tornei, questi gli scenari in cui i protagonisti giocano le loro partite, giocano la loro vita, combattono le loro guerre. I racconti coinvolgono il lettore con un ritmo serrato e una notevole suspense”.

In Il mistero del rubino birmano di Enrico Vanzina, Newton Compton 2014, abbiamo una partita, o meglio una parte di partita, tra Atanasov della mala e Max Mariani, sciagurato detective con la passione della vodka e delle prostitute. A Max i pezzi bianchi, all’altro quelli neri. Chi elimina un pezzo avversario ha la facoltà di porre una domanda all’avversario. Pochi spunti per farci capire come l’autore non sia proprio in sintonia con gli scacchi. Prima mossa “G1 in H3”, risposta “pedone mediano avanti di una casella”. Poi condotta conservativa per una decina di mosse. Avanti con il cavallo che mangia un pedone laterale del nero che risponde con l’Alfiere in “c8” che mangia il Cavallo del bianco. Ancora il pedone g2 che pappa l’Alfiere. La partita finisce così “E’ inutile continuare con questa farsa! Tanto lei perderebbe comunque. Perché alla fine io la ucciderò. Lei e quel poliziotto ficcanaso del suo amico”. (pag.165/67).

In Febbre di Bill Pronzini, Mondadori 2011, abbiamo Brian Yongblood, giovane esperto informatico (usa il computer anche per giocare a scacchi) in piena crisi, scomparso anche lui (come altri personaggi del libro) da casa.

Racconti e delitti di Nino Grasso, Ediscere 2011. “Tre racconti gialli che nascono dalla fusione con gli scacchi, gioco intellettuale dalla struttura molto simile, se non affatto identica, a quella del giallo di scuola inglese, il "giallo-enigma".

Il sovrintendente William Topcliffe si rivolgerà alla genialità del misterioso campione di scacchi Fedor Velimirov, personaggio del cui passato poco si sa, per risolvere casi tutt'altro che semplici.

Ne Il problema di Bristow House un ricco uomo d'affari viene trovato pugnalato a morte nel suo studio, mentre ne Il mistero di Latimer Court è un eccentrico milionario a perdere la vita nel corso di una seduta spiritica. Infine, ne L'enigma di Blessington Hall è un'anziana donna a morire per avvelenamento e la soluzione del caso assume le forme di un labirinto senza vie d'uscita…

Appassionanti ed intricati, questi tre racconti metteranno a dura prova le capacità risolutive dei fan più sfegatati del giallo, rivelandovi il grande talento narrativo dell'Autore”.