Si tratta della serie poliziesca più longeva fra quelle prodotte nei paesi tedescofoni: iniziarono infatti a trasmetterla dal 29 novembre 1970. Fu ideata da Gunther Witte per conto della ARD (il principale gruppo radiotelevisivo pubblico in Germania). Witte trasse ispirazione da una vecchia trasmissione radiofonica intitolata Es geschah in Berlin (“È successo a Berlino”), che trattava in modo documentaristico veri casi criminali avvenuti attorno o all’interno della capitale tedesca.
Per sostenere i costi che una simile produzione avrebbe comportato, Witte ebbe l’idea che avrebbe segnato il destino della serie: pianificò il coinvolgimento delle varie emittenti regionali della ARD, in modo tale che ognuna di esse producesse le proprie puntate, ambientandole all’interno proprio territorio. Ogni regione cominciò quindi a vedere le puntate locali della serie, estremamente diverse da quelle degli altri territori, sia per quanto riguardava il contenuto sia per quanto riguardava la forma.
I protagonisti di ogni serie sono i vari commissari che risolvono i casi più difficili e affrontano pericolosi criminali. Differentemente da quanto ci si aspetterebbe da una “normale” serie poliziesca, i commissari in questione non sono protagonisti in tutte le regioni in cui Tatort è mandato in onda: ogni emittente ha infatti i suoi eroi e malfattori e le avventure da essi vissute cambiano molto da un territorio all’altro.
Caratteristica che rende Tatort tanto amata in Germania è proprio il fatto che queste avventure riflettano la realtà dei luoghi in cui sono ambientate, i quali sono ovviamente molto cambiati dal 1970 fino ad oggi, e le peculiarità delle singole città. Per esempio, negli episodi girati a Colonia, le scene finali presentano quasi sempre il Duomo di Colonia sullo sfondo. I commissari incarnano addirittura gli stereotipi che vengono attribuiti agli abitanti delle varie regioni. Non a caso Tatort significa “luogo del delitto” e tale titolo, secondo le intenzioni di Witte, avrebbe dovuto essere completato con il nome del luogo in cui ciascun episodio era di volta in volta ambientato.
Oltre all’aspetto “geografico”, anche quello sociale ha, per la prima volta all’interno di una serie poliziesca, una grande importanza: vengono infatti trattate in modo innovativo tematiche sociali, a volte anche particolarmente delicate, che caratterizzano l’attuale mondo tedesco. Negli ultimi tempi sono stati spesso affrontati argomenti quali l’odierna situazione economica, la questione degli immigrati, degli outsider, dei giovani o anche della criminalità organizzata, mentre in passato è stato più volte affrontato il tema della divisione fra le due Germanie.
A Tatort è infatti riconosciuto il merito di permettere anche agli spettatori che hanno una minore famigliarità con questi argomenti di essere in un certo senso aggiornati riguardo a reali fenomeni socio-politici. Ciò ha fatto sì che la serie diventasse oggetto di numerose discussioni scientifiche, filosofiche, sociologiche e letterarie.
Un’altra peculiarità di Tatort è il numero degli investigatori, i quali, come abbiamo già detto, cambiano di regione in regione, ma anche di puntata in puntata: attualmente ci sono diciassette commissari o gruppi di investigatori, ma in totale ce ne sono stati più di ottanta!
Nei primi episodi l’elemento più importante erano sempre i casi da risolvere e le persone a essi connesse, testimoni, sospettati e colpevoli, mentre i commissari apparivano in secondo piano ed esclusivamente nel loro ruolo di poliziotti. Rari erano gli accenni alla loro vita privata. Con il passare degli anni, i gusti del pubblico sono naturalmente cambiati e, soprattutto dagli anni Ottanta, si è cominciato a dare sempre più spazio alle vicende private e alle caratteristiche personali dei vari commissari.
Oltre alla vita degli investigatori, anche i loro assistenti, all’inizio figure quasi del tutto assenti, iniziarono gradualmente ad assumere un ruolo sempre più essenziale nel corso delle numerose avventure, tanto che dagli anni Novanta i poliziotti che agiscono da soli, senza un compagno fisso, sono diventati rare eccezioni.
Gli investigatori comprendevano inizialmente solo uomini, ma nel 1978 venne introdotta la prima protagonista femminile, la commissaria Buchmüller, operante a Magonza e interpretata dall’attrice Nicole Heesters. In verità il personaggio apparve soltanto in tre episodi, ma segnò l’inizio di quella che sarebbe presto diventata una forte presenza femminile all’interno della serie. Così Tatort rifletté il mondo reale anche per quanto riguarda il ruolo della donna e i cambiamenti legati a esso che hanno avuto luogo negli ultimi anni: l’ennesima conferma delle particolari caratteristiche di questa serie che purtroppo non è mai stata tradotta né trasmessa per gli spettatori italiani.
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