Vicolo oscuro di Mickey Spillane, Mondadori 2014.
Mike Hammer è stato salvato miracolosamente da un medico alcolizzato dopo una sparatoria. Per un pelo non è entrato nel “Vicolo Oscuro”. Ora tutti lo credono morto annegato nel fiume, soprattutto i suoi nemici mafiosi che vorrebbero saldargli il conto. Meglio così, un po’ di riposo e cure mediche è quello che ci vuole. Per poco. Qualcuno ha sparato al suo amico Marco Dooley, gli fa sapere il capo della polizia Pat, e vuole parlargli. I vecchi mafiosi hanno fatto sparire ottantanove miliardi, lui sa dove sono ma non ce la fa a dirglielo. Dietro a questa montagna di soldi il fisco americano nella persona del grassone Homer Watson.
La vicenda si basa sulla lotta di Hammer contro le famiglia mafiose con l’obiettivo di scoprire l’assassino dell’amico. Tra la violenza, le minacce, gli scontri verbali e non, le sparatorie, qualche sguardo alla società basata sul denaro “La gente va e viene ma i soldi restano”, sulla corruzione “Poliziotti e politici sono facilmente corruttibili” e la vita “uno sporco affare”. Sembra di essere oggi. Intermezzo dolce con Velda, la segretaria, di cui è innamorato. Vuole sposarla ma si sente male e il tutto è rimandato (destino?).
Un inedito di Spillane che non va perso.
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