Scritto fra gli astri di Jonathan Stagge, Mondadori 2014.
“Esistono svariati modi di vedere la morte in faccia. Al dottor Westlake, chiamato da una strana telefonata ad accorrere nella notte sul luogo di un incidente stradale, ne capita uno davvero sinistro. La sua auto finisce inspiegabilmente in panne, costringendolo a proseguire a piedi per una scorciatoia in mezzo ai campi. E’ così che, per puro caso, si imbatte nella carcassa quasi capovolta di una macchina, schiantata contro un albero. Curioso, è lo stesso modello della sua. Alla luce della torcia si rende subito conto che il conducente, rimasto sfigurato, non è sopravvissuto all’impatto. Particolare altrettanto curioso, una valigetta del pronto soccorso in tutto simile alla sua borsa di medico. Anche l’abito gli ricorda uno dei suoi, anzi, è proprio identico. La targa dell’auto? Stessa sigla. E nella giacca della vittima ci sono delle lettere indirizzate al dottor Westlake…”.
Incredibile. A complicare le cose l’arrivo di una ragazza, Sydney Train, con notizie relative al cugino Robin Barker che si trova in estremo pericolo, perché un oroscopo prevede la sua morte e quella del parente più prossimo (leggi Westlake) prima che diventi maggiorenne, e la data è vicina. Di mezzo pure la formula segreta di un gas micidiale che dovrebbe essere nelle mani dello stesso Robin e che fa gola a qualcuno. Indaga l’ispettore Cobb in stretto rapporto con Westlake a cui dà una mano, più o meno volontariamente, la figlia Dawn (personaggio azzeccatissimo).
E’ una vicenda ricca di continui colpi di scena, travestimenti, sparizioni e riapparizioni (dell’oroscopo, per esempio), paura, incubi ricorrenti, rimuginamento e azione, pericolo di vita, mezzo giallo, mezzo spy-story con il brivido incorporato. Direi ottimo e abbondante per chi predilige le storie estremamente complicate al limite del credibile, un po’ meno per coloro che preferiscono quelle più lineari.
Per “I racconti del giallo” ecco “L’uomo dei cani” di Diego Di Dio.
Ischia. Un omicidio. Massacrato un rumeno. Due amici, Michele, assillato dai ricordi della madre e dei suoi “perché” e Rico, sostituto procuratore. Una vecchia leggenda sull’uomo dei cani e un vecchio episodio di morte che si riallaccia al presente con finale a sorpresa. Molto bello.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID