L’uomo che non ha mai vissuto e che mai morirà è il titolo della grande mostra che si tiene a Londra dal 17 ottobre 2014 fino al 12 aprile 2015, dedicata al più grande detective di tutti tempi, il famosissimo Sherlock Holmes.
Tuttavia Londra non è soltanto la città del noto detective: è stata anche la dimora di un grande criminale, un uomo che visse e morì nel mondo della letteratura e sulla cui effettiva esistenza molti studiosi nutrono dubbi. Un personaggio che comunque continua a ripresentarsi ancora oggi, sotto forme diverse e attraverso svariati media (fra i quali, naturalmente, il cinema e la televisione). Stiamo parlando di uno dei primi mass murder nella storia della letteratura: Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street. Con questa denominazione è stato infatti definito nel titolo della versione italiana del romanzo dedicato alla sua oscura storia.
Il titolo originale era The String of Pearls or A Sailor’s Gift, un classico della letteratura gotica del 1850. Chi sia l’autore di questo romanzo rimane un mistero: si tratta probabilmente dell’opera di più autori e del risultato di diversi rifacimenti. Possiamo però fare un nome: l’intraprendente editore Edward Lloyd. La sua carriera inizia con la gestione di un chiosco di giornali, in cui comincia a diffondere edizioni plagiate di best seller, con titoli tipo Nickelas Nickleberry e Oliver Twiss. Oltre alle opere contraffatte, Lloyd mette in commercio anche lavori originali, in genere sanguinose storie di pirati, scabrose avventure di vampiri o resoconti delle avventure di criminali veri e propri, o almeno ritenuti tali da quella parte di opinione pubblica più sensibile a questo genere di racconti e di leggende metropolitane. Si tratta dei cosiddetti Penny Dreadful, libretti molto economici, il cui contenuto poteva anche raggiungere un certo successo grazie al grande interesse che all’epoca, così come oggi, molti lettori nutrivano per quel tipo di libri che arrivarono a fare della cronaca nera un vero e proprio genere letterario.
Abbandonato il chiosco di giornali, l’attività di Lloyd si espande e comincia ad attrarre alcuni autori, i quali, prendendo spunto dall’indirizzo della casa editrice, diventeranno i membri della Salisbury Square School of Fiction.
Vale la pena citare uno degli scrittori che lavoravano per la casa editrice di Lloyd: Thomas Peckett Prest, considerato dai più un pazzo alcolista e da un ristretto numero di ammiratori un genio, addirittura l’erede di Edgar Allan Poe.
Bisognoso delle esigue, ma sicure paghe di Lloyd, Prest fu autore di un’imprecisata quantità di storie, fra le quali, secondo alcuni critici, anche quella che sarebbe andata a costituire il nucleo portante di The String of Pearls.
La storia del famigerato barbiere venne originariamente pubblicata a puntate sul The People’s Periodical and Family Library nel corso del 1846 e ottenne un tale successo, che Lloyd decise di allargare le dimensioni del racconto, che venne così pubblicato, nel 1847, con il titolo The String of Pearls: a romance e arrivò a contare ben centosettanta capitoli!
L’opera venne poi revisionata (e accorciata) e nel 1850 uscì infine la versione conosciuta ancora oggi di The String of Pearls or A Sailor’s Gift. Nell’introduzione a questo testo, l’anonimo autore afferma che un personaggio come Sweeney Todd fosse realmente esistito e che la sua casa-negozio in Fleet Street, dove il barbiere uccideva i suoi clienti per poi rubare i loro averi, fosse stata distrutta da un grande incendio. Anche la galleria che collegava il negozio di Sweeney e quello della sua complice, la signora Margery Lovett, sarebbe andata distrutta, mentre quella che il barbiere usava per raggiungere le catacombe della chiesa di St Dunstan, sempre secondo quanto afferma l’anonimo autore, nel 1850 doveva ancora esistere, anche se parzialmente ostruita.
Non è tuttavia stata ritrovata alcuna prova del processo che portò Sweeney alla forca.
La sua complice morì prima di poter essere condannata: secondo il romanzo, Sweeney stesso la avvelenò. Secondo un’altra versione della storia, essendo una donna facoltosa, riuscì a corrompere la guardia della sua cella e a farsi dare del veleno con cui suicidarsi. Dello spietato assassino dunque non rimane altro che il suo personaggio, di recente rivisitato dal regista Tim Burton in Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street. Qui il ruolo di Sweeney Todd viene affidato al celebre attore Johnny Deep: così, per ironia della sorte, il personaggio sinistro e sgraziato delle prime rappresentazioni del diabolico barbiere ha infine assunto un carattere più romantico e un po’ meno perverso, nonché il volto di un sex symbol.
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