Sempre nella collana I bassotti della Polillo Editore, nrl mese di ottobre troviamo in libreria il numero 155 e con il titolo di Troppi cugini (Too Many Cousins, 1946) così possiamo leggere un interessante giallo mai edito nel nostro paese.

Lo scrittore è l'inglese Douglas Gordon Browne, che era già noto in patria per la sua attività di autore di saggi di storia e militari, passò poi a scrivere romanzi gialli con grande successo. Suoi personaggi principali furono  il maggiore Hemyock, investigatore dilettante e archeologo, e Harvey Tuke, quest’ultimo appare proprio in questo romanzo.

Sei cugini, tutti in ristrettezze finanziarie attendono con ansia il passaggio a miglior vita di una loro ricca parente per dividersi la cospicua eredità, poi uno viene avvelenato per caso, un altro annegato sempre per caso e un terzo muore in un tragico incidente con un camion.

Uno dei cugini superstiti, preoccupato di questi strani incidenti, che evidentemente nascondono una volontà omicida chiede aiuto a Harvey Tuke, un assistente legale dell’ufficio della Pubblica accusa.

I risultati delle sue indagini saranno intriganti e drammatici.

L’autore:

Douglas G[ordon] Browne (1884-1963), nato a Londra da una famiglia di pittori e illustratori, venne indirizzato sin da ragazzo verso la professione di famiglia, ma all’età di 27 anni abbandonò quella strada per dedicarsi alla scrittura, soprattutto di racconti. Durante la Prima Guerra Mondiale servì nell’esercito britannico guadagnandosi i gradi di capitano e la Military Cross. Alla fine del conflitto riprese la sua attività di scrittore, occupandosi in particolare di saggistica storica e militare. Alla letteratura poliziesca approdò relativamente tardi e il suo primo giallo, Uncle William, fu pubblicato solo nel 1930. L’esito fu così incoraggiante che da allora in poi continuò a produrne con regolarità. Dei quindici da lui scritti, i più elogiati sono The Looking Glass Murders (1935), The May-Week Murders (1937) e Too Many Cousins (1946, Troppi cugini - I bassotti n. 155). L’ultimo, Death in Seven Volumes, uscì nel 1958, cinque anni prima della morte. I personaggi principali delle storie sono il maggiore Hemyock, investigatore dilettante e archeologo, e Harvey Tuke.

La “quarta”:

All’inizio i cugini erano sei. Invidiabili, visto che erano gli eredi di una considerevole fortuna: bastava attendere che la seconda moglie del capostipite della famiglia passasse a miglior vita e le loro magre finanze sarebbero di colpo fiorite. Poi, un giorno, uno di loro perde la vita investito da un camion: un tragico incidente, sentenzia la polizia. Passa qualche tempo ed ecco che un secondo cugino, questa volta una donna, rimane vittima di una terribile fatalità: avvelenata da un accidentale scambio di sale da cucina con del nitrito di sodio. Ma quando anche un terzo cugino muore annegato in un fiume vicino a casa, è inevitabile che i superstiti comincino a preoccuparsi. Tra questi c’è la giovane Cécile Boulanger che, approfittando dell’amicizia con la moglie, chiede consiglio a Harvey Tuke, un assistente legale dell’ufficio della Pubblica accusa noto per aver aiutato Scotland Yard a risolvere alcuni intricati casi. In realtà Harvey sarebbe in ferie, ma cosa c’è di meglio che passarle a risolvere quello che sin da subito appare come un complicatissimo enigma?

Douglas Gordon Browne, Troppi cugini (Too Many Cousins, 1946)

Traduzione Bruno Amato

Polillo Editore, collana I bassotti 155, pagg. 270, euro 15,90