Il dentista - delitti alle sette chiese di Roberto Carboni, Fratelli Frilli Editori 2014.
Dunque abbiamo due scacchisti che si incontrano nella finale di un torneo di scacchi al palazzetto dello sport di Riccione. Il dottor Dante Zamboni (tradito dalla moglie e lasciato dal figlio) contro il giovane Francesco Raimondi, laureando in odontoiatria, anche lui con qualche problemetto da smaltire (droga e svenimenti vari). Vince il dottore, nasce una amicizia tra i due con invito a casa dello stesso Zamboni che, guarda caso, è pure socio di uno dei più importanti studi dentistici bolognesi. Chiaro che cerca di farlo entrare nello studio ma il dottor Vanni Lolli si oppone. Altrettanto chiaro che fa una brutta fine. Nel frattempo Francesco amoreggia con la fidanzata Giulia e, di nascosto, con Doriana, donna sposata ad uno più vecchio di lei, e dunque pronta a ripetuti salti sul letto. A queste due si aggiunge in seguito anche Natalia, la figlia di Zamboni, promettente cantante lirica ma, se drogata, ancora più promettente sul letto citato. E si arriva al famoso triangolo non considerato di zeriana memoria (passatemela) composto da Francesco, Giulia e Natalia. Voluto soprattutto da Giulia che però, insomma, un po’, gelosetta com’è, si penticchia. Seguono un ricatto e un paio di morti ammazzati con l’inevitabile intervento dell’ispettore Ghetti. E svenimenti a go-go. Colpo di scena finale che non mi ha convinto del tutto (come il resto del racconto) ma che spero convinca gli altri lettori
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