Il Capo della Squadra Mobile di Bologna sta per andare in pensione quando si trova a dover investigare sull’assassinio di un vecchio amico americano, cinefilo ed esperto di cinema hollywoodiano.
Le sue ultime parole, sussurrate all’addetta alle pulizie, innestano un misterioso “gioco di parole” sul filo del quale si dipana la storia.
L’autore – come il personaggio – è medico e scrittore, come Conan Doyle; e non manca, fra i mille “camei”, un preciso riferimento a Sherlock Holmes.
Buona caccia!
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La quarta di copertina:
Un cittadino americano, direttore del Centro Studi e Ricerche sul Cinema, viene trovato assassinato nel suo appartamento. Costretto a sottoporsi periodicamente a dialisi, qualcuno lo ha ucciso provocandogli un embolo fatale. Il commissario Guidi e il suo fido aiutante cercheranno di percorrere ogni strada possibile per arrivare a catturare il colpevole, ma gli indizi sono pochi, e la chiave della soluzione pare un gioco di parole piuttosto oscuro, sussurrato dalla vittima in punto di morte. Un giallo di impianto tradizionale, ambientato in una Bologna descritta minuziosamente.
ARIO GNUDI
GIOCHI DI PAROLE
Pendragon (Bologna) 2014
pp. 135, € 14.
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