Aspettati l’inferno di Omar Di Monopoli, Isbn edizioni, 2014.
Dieci racconti. In Puglia. Prima di tutto il linguaggio, dal dialetto stretto a quello più semplicemente popolare, di sapore forte, tosto, che ci riporta alle origini (al mio paese natio, per esempio, seppure con accenti e articolazioni diverse), inframezzato di spunti ironici e grotteschi per alleviare una materia incandescente. In secondo luogo i personaggi, centrati, calibrati, veri, piantati lì come pioli in un mondo di bestiale violenza, compresa quella sessuale, dove ne fanno le spese soprattutto le donne e i bambini. Pure i lavoratori sfruttati che vincono, talvolta, con la loro superba dignità (vedi Medicina di cui non sapremo mai il vero nome).
Se c’è un apparire fievole di speranza, una piccola luce nel buio dell’esistenza subito viene spenta dallo sputo che arriva da tutte le parti. E non c’è limite, tutto è “oltre”, abnorme, pure nella spiritualità, nel credere a qualcosa che possa portare un po’ di conforto, e la superstizione più nera è lì pronta a ghermirti. Non c’è pianto, né urla in questi racconti da urla e da pianto, al limite un rannicchiarsi su se stessi, uno sguardo “supplice” come di un animale in gabbia. Ogni tanto, dicevo, il pizzicare ironico all’intorno o la forza incisiva di una storia ritagliata in due tratti, come quella del bambino “felice” in una foto che tiene un grosso pesce in mano, e lì vicino l’“oscura autorità paterna” a farci capire l’esito scontato della sua vita.
Fulcro fondamentale le donne. Bambine, giovani, mature, vecchie. Tutte con il loro pesante fardello, a soccorrere, a sopportare, a cercare di uscire dal recinto in cui sono state rinchiuse, a suscitare emozioni e passioni con gli occhi che “trivellano il torace e si agganciano al cuore”. Gli uomini a imprecare, picchiare e violentare, sgorbiati in caricatura nella loro ottusa animalità. O a subir botte e violenze quando la natura li ha fatti più deboli e indifesi. E se spunta lieve sentimento consolatorio lo si deve all’apparir di una figura femminile.
Non manca niente in questa maledetta terra del Sud. C’è la rabbia feroce dei cani, c’è il West con le scarrozzate, le sparatorie e il duello finale. C’è il caldo boia e il sole che ti brucia il corpo e l’anima. Può capitare di tutto in questa maledetta terra del Sud. Che un vermone tubolare di cinefila memoria venga a crear casino e che arrivino pure gli alieni e un mostro canino dei baskerville. Può capitare di tutto.
Di sicuro l’inferno.
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