- Molto bene, Barrymore; adesso può andare. – Quando il maggiordomo è uscito, Sir Henry si è girato verso dime. – Dunque, Watson, che ne pensa di questo inaspettato spiraglio di luce? - Mi sembra che infittisca ancor più le tenebre. - Ho la stessa impressione. Eppure, se solo potessimo rintracciare L.L. l’intera faccenda si rischiarerebbe. E’ l’unica pista a nostra disposizione. Sappiamo che c’è una persona che conosce la verità, se solo riusciamo a scovarla. Cosa pensa che dovremmo fare?

- Informiamo subito Holmes. In questo modo, avrà l’indizio che cercava. Mi sbaglio di grosso se questa novità non lo convincerà a raggiungerci immediatamente.

- Sono venuto subito in camera mia e ho steso il rapporto sulla discussione avvenuta stamane da inviare a Holmes. Evidentemente è stato molto impegnato negli ultimi tempi, perché le lettere che ricevo da Baker Street sono infrequenti e laconiche, prive di commenti sulle informazioni che gli ho spedito e senza quasi accenno alla mia missione. Indubbiamente il caso di ricatto su cui sta lavorando assorbe tutte le sue energie. Eppure, questo fatto nuovo non può non attirare la sua attenzione e risvegliare il suo interesse. Come vorrei che fosse qui!

17 ottobre – La pioggia è caduta per tutto il giorno, frusciando sull’edera e sgocciolando dalle grondaie. Ho pensato all’evaso, là nella brughiera desolata, fredda e senza ripari. Poveraccio! Quali che siano i suoi crimini, li ha già espiati con i suoi stenti. E poi ho ripensato a quell’altro: il volto nella carrozza, la sagoma stagliata contro la luna. Era anche lui là fuori sotto quel diluvio – l’osservator non visto, l’uomo delle tenebre? La sera mi sono infilato l’impermeabile e ho fatto una lunga passeggiata nella brughiera fradicia d’acqua, in preda a cupe fantasie, con la pioggia che mi sferzava la faccia e il vento che mi fischiava nelle orecchie. Che Dio assista coloro che in questo momento vagano per la Grande Palude, giacché perfino la terraferma si sta trasformando in acquitrino. Ho trovato il nero Tor su cui vidi l’osservatore solitario, e dalla sua vetta scoscesa ho lasciato anch’io spaziare lo sguardo sulle alture malinconiche. Scrosci di pioggia investivano le loro facce color ruggine, e nubi plumbee e pesanti incombevano basse sul paesaggio, sfilacciandosi in grigie ghirlande lungo i pendii delle colline irreali. In lontananza, nell’avvallamento sulla sinistra, seminascoste dalla foschia, le due torri sottili di Baskerville Hall si innalzavano al di sopra degli alberi. Erano gli unici segni di vita umana che io potessi scorgere, oltre alle casupole preistoriche disseminate fittamente sulle pendici delle colline. Da nessuna parte v’erano tracce di quell’uomo solitario che avevo scorto in quello stesso punto due notti prima.

Mentre rientravo sono stato raggiunto dal dottor Mortimer, alla guida del suo calesse su un viottolo accidentato di brughiera, proveniente dalla remota fattoria di Foulmire. E’ stato sempre molto premuroso nei nostri confronti, e non è quasi passato giorno senza che sia venuto a fare una capatina al Maniero per controllare che tutto andasse bene. Ha insistito per farmi salire sul suo calessino, e mi ha dato un passaggio verso casa. L’ho trovato molto avvilito per la scomparsa del suo piccolo spaniel. Se n’era andato in giro per la brughiera e non è mai tornato indietro. Ho cercato di rassicurarlo come meglio potevo, ma pensando al pony nella Grimpen Mire temo proprio che non rivedrà più il suo cagnolino.

- A proposito, Mortimer – ho detto mentre sobbalzavamo lungo il sentiero impervio – suppongo che vi siano poche persone che abitano nei dintorni, che lei non conosca?

- Quasi nessuna, credo.

- Allora, sa dirmi il nome di una donna le cui iniziali sono L.L.?

Ha riflettuto per qualche istante.

- No – ha risposto. Ci sono degli zingari e dei braccianti di cui non so il nome, ma fra gli agricoltori e i proprietari terrieri non c’è nessuno con quelle iniziali. Però, aspetti un momento – ha aggiunto dopo una pausa. – C’è una Laura Lyons… le sue iniziali sono L.L. … ma abita a Coombe Tracey.

- Chi è?

- E’ la figlia di Frankland.

- Cosa? Il vecchio Frankland, quell’eccentrico?

- Esattamente. Ha sposato un artista di nome Lyons, che era venuto a comporre schizzi della brughiera. Si è dimostrato un mascalzone, e l’ha piantata. La colpa, a quanto ne so, potrebbe non essere tutta di quest’ultimo. Il padre, comunque, non ha più voluto aver a che fare con la figlia, perché s’era sposata senza il suo consenso, e forse anche per un altro paio di ragioni. Così, a causa del farabutto più vecchio e di quello più giovane, la ragazza non ha avuto un’esistenza facile.

- Come vive?