La piramide di fango di Andrea Camilleri, Sellerio 2014.
Tuoni e fulmini. Non solo a Vigata, ma in tutta Italia. Forse è quello che ci meritiamo, commenta amaro Montalbano. Un brutto sogno con un uomo accoltellato in mezzo alle scapole. Nella realtà un morto ammazzato in contrada Pizzutello dentro a un tubo sparato alle spalle. In una condotta idrica dove lavorano da sette anni, ormai inutile perché non c’è più acqua (ecco l’Italia). Sparita la moglie tedesca che pare se la faccia con parecchi (un colpettino alla Merkel?), sparito dalla villetta in cui abitavano anche un “ospite” che doveva essere piuttosto importante. Giornalista coraggioso che collabora Gambardella, giornalista che lo attacca sempre Ragonese (tanto per pareggiare).
La piramide di fango è reale (visto il clima) e metaforica “Il fango delle mazzette, dei falsi rimborsi, dell’evasione, delle tasse, delle truffe, dei falsi in bilancio, dei fondi neri, dei paradisi fiscali, del bunga bunga…”. Un groviglio di interessi marci tra le società appaltatrici intrecciate con la mafia e continui depistaggi.
Il nostro Montalbano un po’ depresso per la lontananza di Livia malata, il solito Catarella che sbaglia tutti i nomi, i battibecchi con i sottoposti, la buona tavola di Adelina, lo sguardo un po’ depresso alla spiaggia inquinata dai rifiuti. Poi la ripresa, lo scatto improvviso, il coraggio per risolvere il caso.
Il tutto in quel siciliano stretto di Camilleri che ha conquistato milioni di lettori con la sua simpatica sonorità.
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