La trappola di Mignon G. Eberhart, Mondadori 2014.
“Innamorata di un assassino? Mary Kingery, figlia di un finanziere ucciso cinque anni prima in circostanze mai chiarite, non intende correre il rischio di sposare proprio il colpevole dell’omicidio. Riunisce allora nel padiglione di caccia di famiglia tutti coloro che erano stati presenti in quella tragica occasione, fra cui il futuro consorte. Per scoprire la verità e fugare ogni sospetto, convoca, a insaputa degli altri ospiti, anche l’investigatore O’ Leary e l’infermiera Sarah Keate, sua collaboratrice”.
C’è tutto e di più in questo libro della Eberhart. Ne elenco alcuni aspetti: un vecchio omicidio messo a tacere soprattutto per motivi finanziari, una casa circondata dalla neve dalla quale è impossibile fuggire, un morto ammazzato proprio nella stanza dove era avvenuto il precedente assassinio, un parrucchino e una lettera scomparsi, un diario importante da ritrovare, un cane avvelenato, la nostra Keate che spara ad una mano alla finestra e… e non aggiungo altro per non scoprire troppo la trama.
Tutto contribuisce a creare un clima claustrofobico e di paura come il vento che fischia, il lamento del gatto, qualcuno che entra al buio nella camera di Keate, il personaggio che grida “C’è la morte in questo padiglione!”, la stessa Mary che teme di avere preparato una trappola anche per lei. E insomma tutti pallidi, con gli occhi stanchi e lo sguardo allucinato.
Raccontato in prima persona dalla nostra infermiera che lascia, però, la scena principale della risoluzione del mistero all’investigatore O’ Leary. Assassino smascherato con un trucco piuttosto conosciuto nella letteratura poliziesca. Un buon lavoro con qualche cosettina da aggiustare.
Per I racconti del giallo ecco Tre passi per guarire di Francesco Ravioli, Alice Ruggiero e Stefano Santarsiere.
L’avvocato Odifredi in treno, gola tagliata ed evirato. Indaga l’ispettore di Parma Imbonati, cocuzzolo pelato e Ventolin a supporto. L’avvocato era stato difensore al processo del casolare dove bambini avevano subito violenza. Una vendetta? Ma da chi? E perché i tre passi del titolo? Urge leggerlo.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID