La villa sul Lago

R. “Germelshausen, paese raccontato nell’omonimo libro di dall’autore tedesco Friedrich Gerstäcker (1816 -1872), è un villaggio maledetto a cui è permesso di ricomparire sulla Terra solo per un giorno ogni cento anni, destinato poi a tornare ad essere avvolto dalla nebbia. E così ci appare Feldberg nel momento in cui Jürgen raggiunge il suo chalet in montagna. Il paesaggio della Foresta Nera aiuta a delineare gli stati d’animo dell’agente speciale della Polizia Federale Tedesca: la nebbia, la neve, la luce ovattata della luna. Per Jürgen si tratta di una notte di incubi, in cui ha perso ogni punto di riferimento. In cui non sa dove andare. In cui ha dimenticato la sua strada. Corre sulla neve. Cerca delle risposte. Ma la nebbia lo confonde. La notte sembra non finire mai. Ma con l’arrivo del giorno e del sole, che illumina le montagne innevate, infine, anche Jürgen sembra aver ritrovato la sua sicurezza e i suoi punti fermi. O almeno così crede”.

D. "Si era lasciata cadere sul letto ed aveva iniziato a fissare il soffitto su cui si riflettevano le ombre della sera. Giocava con le mani disegnando sul muro prima un lupo e poi un cigno." Di Grethe da questo racconto emerge anche il profondo amore per il pattinaggio sul ghiaccio, sport profondamente teatrale ed artistico. Il cigno ha un collegamento con quel particolare mondo e quali tratti richiama della sua personalità?

R. “Il cigno è l’animale preferito di Grethe. Ne ama la grazia, l’eleganza. E sicuramente ha danzato sulle note de “Il lago dei cigni” per qualche saggio di pattinaggio artistico. Il pattinaggio è uno sport che amo moltissimo e che trovo molto adatto a Grethe, persona dolce ma anche ferma e rigorosa. Il cigno tornerà nell’Ottavo Incarico. E molto prepotentemente…”