Proseguiamo la nostra disamina attenta dell'universo ludico holmesiano, relativamente ai giochi da tavolo, arrivando a parlare di VCR 221 B Baker Street, che sfrutta la moda del periodo – i giochi da tavolo “interattivi”, con una VHS a fare da collante fra le varie fasi del gioco – per un prodotto piuttosto modesto, simile ai precedenti giochi investigativi dove i giocatori vanno in cerca di indizi, più divertente per bambini che per adulti. Prodotto in definitiva minore, ricordato per la peculiarità del mezzo interattivo.
Il tedesco Sherlock Holmes & Co. della Schmidt, ci porta all'interno dell'ultimo decennio del ventesimo secolo – è del 1990 – ed è in pratica una variante holmesiana del Cluedo, senza nessun particolare interesse. Sempre dello stesso anno è una specie di Trivial pursuit holmesiano di produzione nostrana, Elementare Watson!, che risulta sicuramente curioso, ma non particolarmente interessante dal punto di vista ludico (non il miglior progetto dell'eclettico Andrea Angiolino, una delle autorità nostrane del mondo dei giochi, assurto a fama internazionale con il suo Wings of War).
Andiamo meglio nell'anno successivo, quando Sherlock Holmes the Card Game, utilizza disegni ripresi dai racconti originali del Nostro, per un simpatico gioco di carte, semplice ma intrigante, in cui i giocatori devono riuscire a sbarazzarsi di più punti possibili dalla propria mano di carte, ricostruendo nel contempo una “sorta” di investigazione holmesiana (con luoghi londinesi, inseguimenti in carrozza, arresti, alibi, arma del crimine, etc. etc, fino alla cattura del “villain” di turno). Rivolto a un pubblico di ogni età, rappresenta una simpatica curiosità nell'universo ludico holmesiano, che si distacca un po' dagli ormai ridondanti titoli simili alla triade Cluedo-221 Baker Street- Consulting Detective.
Il 1996 ci porta una riedizione alternativa di 221B Baker Street con Sherlock Holmes and the Time Machine, che aggiunge tre casi del ventesimo secolo, tipicamente americani (ovvero le morti di JFK, Hoffa e perfino Elvis!), al medesimo gioco di cui abbiamo lungamente parlato la volta scorsa.
Bisogna poi aspettare il nuovo millennio, e per la precisione giungere al 2003 per incontrare un nuovo prodotto holmesiano da tavolo, e ancora una volta cadiamo in Germania (ormai diventata in quel periodo leader indiscussa del mercato mondiale) per un titolo Ravensburger: Bakerstreet. Si tratta di uno strano gioco di carte per due giocatori, che unisce un sistema di bluff e di gioco di memoria, semplice da apprendere, ma difficile da padroneggiare, che ha come limite principale quello di un'ambientazione holmesiana (i due giocatori sono Holmes e Watson che competono per essere i primi a risolvere il caso) assolutamente calata dall'alto su di un gioco che potrebbe funzionare senza di essa.
Di Mr Jack e derivati abbiamo parlato nel pezzo dedicato ai giochi sullo Squartatore, quindi è il caso di guardare oltre e arrivare al 2008, quando perfino la Russia produce un gioco da tavolo holmesiano, dal titolo Sherlock Holmes, gioco in solitario che si svolge su di un tabellone e con parecchie decine di carte, ma che sembra molto simile a un libro-game (altra gran moda anni Ottanta, di cui parleremo in un pezzo apposito, quando ne avremo l'occasione), e ha ricevuto critiche non certo positive nei forum di mezzo mondo.
Quasi una categoria a se stante, sono poi gli storytelling games holmesiani (ricordiamo The Hand of Moriarty, The Fenian Murders e The Case of the Dead Duke, pubblicati fra il 2007 e il 2008), dove ciascun giocatore interpreta un ruolo e cerca di raccogliere gli indizi per la soluzione del caso, attraverso un sistema di scene, dove ognuna interpreta il proprio ruolo e un "arbitro" regola lo sviluppo della partita, in modo non dissimile dal bellissimo (e immeritatamente poco conosciuto) On Stage, del professor Luca Giuliano.
Negli ultimi anni, anche disegnatori di giochi di fama mondiale si sono cimentati con le avventure del Nostro, sfornando prodotti potenzialmente interessanti. Reiner Knizia, uno dei guru del gioco da tavolo dell'ultimo ventennio (che personalmente non amo in modo particolare come autore di giochi, ma sono in netta minoranza), nel 2008 progetta Looting London, un gioco di carte abbastanza semplice nelle dinamiche in cui fino a cinque giocatori devono riuscire a capire chi è l'artefice dei clamorosi furti operati in contemporanea alla Torre di Londra, alla Banca d'Inghilterra, alla National Gallery e in altri luoghi prestigiosi. L'ombra di Holmes si addensa sullo scenario di gioco, pur non essendoci un riferimento diretto, e il gioco risulta abbastanza gradevole come riempitivo di serate più impegnative.
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