- Appunto, ed ho indovinato. Erano là assieme agli oggetti rubati.- Ebbene, ma perché tutte due le lenzuola? Un lenzuolo sarebbe bastato. E giacché alludete al fardello, come spiegate che oltre all’essere legato con le lenzuola era anche legato con uno scialle da donna? La signora De La Hire non si è accorta ancora della sparizione di quest’oggetto, o probabilmente non sapeva che Dudley lo possedesse. Perché tutti questi involti? E soprattutto, perché l’arpione? La presunzione è chiara. Il fardello era già stato fatto con lo scialle e non aveva bisogno di un altro drappo che lo avvolgesse. I due lenzuoli quindi sarebbero stati necessari per aiutare l’assassino a scendere dalla finestra, legati uno all’altro, e l’arpione era l’oggetto necessario per tenere saldo alla sommità questo genere di corda. Quando l’assassino fu disceso, una tirata brusca dal basso doveva a bastare l’arpione dal davanzale e portarlo al basso, senza lasciare nessuna traccia della fuga... eccetto il solco, che in realtà è abbastanza piccolo. Questa ricostruzione sembrerebbe non fare una piega, ma c’è un ma: sotto la finestra non ci sono segni di impronte. Passiamo ora al fatto che non si udì il rumore di nessuna lotta. Dudley, come avete veduto, era un uomo abbastanza forte e vigoroso, perciò non è presumibile che si sia lasciato tagliare la gola senza far chiasso o difendersi. Perciò, o l’assassino deve esser entrato nella stanza a sua insaputa, cosa inverosimile perché egli non era andato a letto, o altrimenti deve essere entrato là col suo consenso. Ed ora veniamo al cuore della cosa. Alludo alle due carte bruciate nel camino, che avete messo al sicuro. Una non porta traccia di ciò che vi era scritto, molti inchiostri e carte non lasciano leggere nulla dopo esser stati al calore del fuoco, ma l’altra porta chiari segni di essere stato uno chéque. Ora esaminiamolo. La carta è quasi annerita, ma la parte stampata con inchiostro colorato è molto più pallida. Questo è il colore a cui si riducono, bruciati, gli inchiostri con cui stampano gli chéques. Disgraziatamente la cenere si è dispersa e manca la parte contenente la firma. Ma si può chiaramente vedere a lettere grandi, una parte delle parole stampate in alto, portanti il nome della Banca. Le lettere sono: Nat Ban Kuw e devono certo significare National Bank of Kuwait. È chiaro, non è vero?- Sì, vedo. - Per fortuna abbiamo leggibilissimo il numero dello chéque. Guardate è 0098787654. Io ne ho preso nota come di tutti gli altri particolari che ho potuto distinguere. È pagabile all’ordine di Dudley, senza tema di smentita, perché abbiamo qui scritto per intero il nome di battesimo e le prime lettere del cognome Dudley. Poi, sulla riga dove è scritto l’ammontare dello chéque, si leggono i numeri 1.000.00... È chiaro dunque che era uno cheque per un milione di sterline. Una cifra colossale. Più c’è una cosa importantissima. La carta dello chéque è quasi intatta in alto e non c’è nessun segno di girata, cosicché questo è uno chéque libero che ogni ladro con un po’ di cautela avrebbe potuto riscuotere. Allora, perché un ladro avrebbe commesso un assassinio per prendere questo chéque e poi bruciarlo? Dudley, a cui il vaglia era pagabile, perché avrebbe dovuto bruciarlo? No, non lo credo. Allora chi in questo mondo avrebbe avuto interesse di bruciarlo? Nessuno, eccetto un individuo... l’uomo che lo aveva emesso.- Accidenti, Sheila, avete ragione! L’uomo che ha emesso questo chéque deve avere ucciso Dudley per impadronirsene e distruggerlo?
- Questa è la mia opinione. Ora chi in questa casa può aver emesso uno chéque a Dudley, per una somma di 1.000.000 sterline? Nessuno certo! Mi pare chiarissimo. Ed allora siamo nuovamente obbligati a pensare ad un estraneo. Ed a questo pensiero segue immediatamente quello degli antecedenti di Dudley. Al Douglas DC-6, precipitato nei pressi di 100 Mile House nella British Columbia. A mio avviso la malattia di Dudley era fasulla e l’esplosione dell’aereo non è stata un incidente, ma un attentato e la bomba l’ha collocata Dudley. Ora ricorderete che la signora De La Hire ci disse ieri che Dudley, al suo ritorno da quel viaggio, non aveva denaro. Non ne aveva bisogno, aveva lo cheque, che, forse, questo dai residui trovati non lo possiamo appurare, era post-datato ed anche di molti mesi. L’assassino aveva previsto tutto. Se Dudley avesse depositato subito l’assegno in banca la polizia si sarebbe potuta insospettire e risalire all’esplosione dell’aereo. Ma chi aveva interesse nell’esplosione dell’aereo. O la stessa compagnia per riscuotere il premio dell’assicurazione o dei terroristi. La compagnia aerea la possiamo escludere. Finanziariamente è più che solida. Non resta che l’ipotesi dei terroristi. E qui ho fatto un’ulteriore scoperta. Negli archivi del London Morning ho trovato una foto di Dudley scattata sei mesi fa in Arabia Saudita. È con degli amici nel deserto e i suoi amici sono tutti arabi.
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