- Venite, e finitela. Se non avete fatto niente, non avete nulla da temere. Comportandovi così potreste essere accusata di resistenza a pubblico ufficiale. Fate male, ve lo assicuro!- Dov’è la vittima? - chiese il dottore.- Al primo piano, la porta dirimpetto alla scala. M’è stato detto che è un pilota d’aerei. È stato terribilmente ferito alla gola.- Venite! - disse il dottore preparandosi a salire, e rivolgendosi verso Sheila continuò: - Farete meglio a salire anche voi. Potrete trovare qualche elemento importante, se si tratta di un caso difficile e cominciare a fare esperienza per lo vostra professione.Entrarono insieme nella stanza. Lo spettacolo che si presentò alla loro vista era veramente tale da giustificare la fuga della domestica. Fra il caminetto e la tavola, posta nel centro della stanza, giaceva un corpo interamente vestito. La stanza era in un grande disordine, i cassetti aperti e vuotati in parte, scatole rovesciate, carte sparpagliate, una vera confusione! Sopra la tavola si vedeva una bottiglia ed un bicchiere.
- Evidentemente qui c’è di mezzo il furto - disse il dottore mentre si chinava sul cadavere per esaminarlo. - Vedete, le tasche sono tutte vuote, e rovesciate. Sembrerebbe che sia stato rubato anche l’orologio.
- Già - rispose Sheila - deve essere così.
Ella aveva dato una rapida occhiata alla stanza ed ora esaminava un portacenere su cui vi erano dei fogli bruciacchiati. Servendosi di una penna che aveva con sé, sollevò i residui di alcuni pezzi di carta per toglierli dalla cenere ancora calda, li prese cautamente in mano e li portò vicino alla finestra, poi li esaminò, scrivendo qualche nota nel suo taccuino. Terminato l’esame, coprì quei residui con un vetro.
- C’è qualche cosa che può essere utile alla polizia - osservò ella - come può essere perfettamente inutile. In ogni modo è qui al sicuro se lo cercano. In un pezzo di carta non si distingue nulla, ma l’altro pare un frammento di uno chéque.
Frattanto il dottore, terminato il primo rapido esame, si levava in piedi.
- Una ferita profondissima assestata a tergo, mentre probabilmente egli era seduto sulla poltrona. La morte deve essere stata istantanea, senza dubbio, e credo che dati da sette od otto ore. Il letto è intatto, come vedete, e quello che è certo è che non può essersi ferito da sé!
- Il coltello - disse Sheila - è stato portato via o nascosto. Ma ecco l’ispettore Barnaby.
L’ispettore non conosceva Sheila, quindi la guardò interrogativamente mentre il dottore la presentava e gli dichiarava la sua professione, poi, con aria rassegnata, concluse:
- Sta bene, dottore, se è una vostra amica. State facendo un po’ di pratica, signorina Sheila?
- Sì - rispose Sheila modestamente.
L’ispettore mosse verso il pianerottolo ed ordinò al poliziotto di dargli un esatto rapporto dei fatti.
Aveva portato con sé un altro uomo a cui aveva affidato la guardia della porta. Frattanto un po’ di folla, composta principalmente di ragazzi, si era adunata attorno all’ingresso della villa.
Il racconto del poliziotto fu semplice. Mentre egli passava davanti la villa, era stato chiamato da tre donne che avevano piantato una piccola scala contro il davanzale della finestra di quella stanza.
Esse temevano che fosse successo qualche cosa all’individuo che occupava quella stanza, perché non avevano udito nessun movimento e la porta era chiusa, perciò avevano preso la scala per guardare dalla finestra, ma poi tutte avevano avuto paura di andare a vedere.
Il poliziotto, salito su per la scala, aveva guardato dalla finestra e aveva visto... tutto quanto c’era da vedere. Era entrato nella stanza rompendo il vetro della finestra ed aveva trovato il cadavere freddo e irrigidito.
Secondo le procedure regolamentari, aveva invitato le donne a rendere conto di quanto sapevano. La padrona di casa, una vedova francese, che aveva dichiarato chiamarsi la signora De La Hire, aveva detto che il morto era un certo Lawrence Dudley, pilota di linea della Canadian Pacific Airlines 21 e occupava quella stanza soltanto da una settimana: l’aveva affittata appena tornato da un viaggio.
Per quanto ella sapeva, nessun estraneo era entrato in casa dall’ultima volta che ella aveva veduto Dudley vivo, ossia dalla sera precedente e la sola persona vivente nella villa che da allora fosse uscita, era un certo signor Reeve, pilota anche lui, ma da qualche tempo disoccupato. Egli era uscito un’ora o due prima che fosse fatta la terribile scoperta forse più presto del solito e senza far colazione. Questo, era quanto poteva dire la signora De La Hire.
Oltre a lei, in quella villa abitavano soltanto una domestica ed una certa miss Steele, titolare di una agenzia di viaggi. Esse non sapevano niente, ma miss Steele pareva smaniosa di uscire per andare alla sua agenzia, cosa che il poliziotto non aveva creduto bene di permettere finché non fosse arrivato l’ispettore James Barnaby.
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