- Bene. Immaginiamo Dudley e la signora De La Hire chiusi, al sicuro, nella camera dell’uomo. Emmanuelle De La Hire lo sfianca, poi chiede di passare la notte con lui. L’uomo si addormenta. Non appena Emmanuelle De La Hire ode chiudere ermeticamente il portone di ingresso, ecco il motivo del mio test al riguardo, decide che è il momento di passare ai fatti. Brandisce il coltello dello stesso Dudley e lo uccide. Poi cerca lo chéque che i due uomini di Abdul Baasit le hanno chiesto di trovare e di distruggere. Cosa che fa. Dopo di ciò, saccheggia l’intera stanza. Il tutto deve sembrare un furto. Il perché porta via anche le lenzuola è semplice: non vuole che vengano rilevati i segni di un rapporto sessuale che, senza dubbio, potrebbero portare a lei, che ne era l’amante. Ha una intera notte davanti a sé e deve fare in modo che tutto vada bene. Quando tutto è concluso porta via la chiave della porta, per far pensare che qualcuno possa esser entrato dentro la casa, abbia commesso il delitto e poi sia uscito dalla finestra, nel modo già da me spiegato. In realtà quella chiave è quella trovata sulla porta di mister Reeve.- Come...- Sì, ispettore, quella chiave non è di mister Reeve. La mattina dell’omicidio ci siamo lasciati ingannare. Era sì sulla sua porta, ma, se l’avemmo provata, avremmo constatato che non gira nella toppa. Vi era semplicemente stata appoggiata. Emmanuelle De La Hire così facendo ci offriva un sospettato, qualcuno che avrebbe allontanato i nostri sospetti da lei. E così è stato.- Ma perché allora creare le false prove della fuga dalla finestra?- Sono portata a pensare ad un cambiamento di programma subito dopo l’omicidio. La prova del graffio fatto con il rampino era già stata creata e quando Emmanuelle De La Hire ha deciso di fare di mister Reeve il sospettato, ha avuto il torto di non cancellare quel graffio. Cosa, peraltro, che sarebbe stato difficile fare di notte, a causa del rumore che avrebbe provocato. Questo spiega perché la finestra era perfettamente chiusa.
- E come ha fatto a buttare il fardello che aveva creato nel fossato senza essere vista?
- Questo poi è banale. Ha notato che vicino al fossato ci sono i bidoni della spazzatura? Ebbene non ha fatto altro che buttare via la spazzatura del giorno prima, recando con se il fardello. Così facendo non ha insospettito nessuno.
- Ma la spazzatura non la porta via la donna di servizio?
- Sì, ma qualche volta accadeva che lo facesse madame De La Hire in persona. Questa è la ricostruzione che mi sono fatta del delitto. Arrivata a questo risultato, cercai dove potessero essere stati messi gli oggetti trafugati. Mi aggirai nel paraggi e vedendo il bidone della spazzatura pensai, ingenuamente, che potessero essere stati buttati lì dentro. Poi, notai il fossato. Parlando, poi, con la domestica appresi che nella mattinata del delitto la spazzatura era stata buttata via da madame De La Hire ed allora mi si cominciò ad accendere una lampadina.
- E mister Reeve, allora?
- Cercava di allontanarsi per non pagare i canoni di affitto arretrati. Ad aiutarlo a portare via i suoi vestiti è stato la domestica, la signorina Curtis che, ingenuamente, pensò che fosse stato lui ad uccidere Dudley per rapinarlo del suo denaro. Ecco perché, sconvolta, era uscita di corso dalla villa quando noi la bloccammo. L’orribile vista del cadavere la spinse a fuggire. Probabilmente Reeve è, o è stato il suo amante o fidanzato, e all’idea di essere sospettata, si è rifiutata di rispondere alle nostre domande.
- Sì, - disse l’ispettore Barnaby riflettendo, - non c’è che dire, non trovo nessuna lacuna nel vostro modo di vedere le cose e di giudicarle. Avete un bell’avvenire davanti a voi, miss Sheila e siete una degna rappresentante della famiglia Holmes. Ma come fare per incastrare Emmanuelle De La Hire?
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